Villa d’Andrea, ospitalità, tradizione e fascino siciliano
Articolo di Titti Metrico Foto di Andrea Bonetti e Nivia Castronuovo
Percorro il sentiero fiancheggiato da fichi d’India in un tardo pomeriggio di luglio.
In mezzo a vigneti, ulivi e querce da sughero sono immersa nei profumi della campagna e accompagnata dal frinire delle cicale. Siamo in Sicilia!
Alessandro Prezzavento, suo padre Luigi e la loro famiglia mi accolgono calorosamente a bordo piscina, in mezzo ad uno scenario mozzafiato che dalla collina degrada dolcemente sulla vallata delimitata dal fiume Ficuzza, dove è ancora possibile vedere i ruderi degli antichi mulini ad acqua. Siamo nella campagna calatina, in contrada Corvacchio, a 10 km da Caltagirone, che potrete raggiungere facilmente sia dalla S.P. n°34 Caltagirone – Santo Pietro, sia dalla S.P. n°63 Caltagirone – Mazzarrone.
Il nome di questa incantevole struttura è “Villa d’Andrea”, un vecchio palmento con dispensa e foresteria. La prima cosa che mi colpisce è proprio il nome.
Luigi, perché Villa d’Andrea?
«Il cavaliere Placido D’Andrea di Vittoria coltivava in questa contrada una vigna di circa cinquanta ettari in cui produceva vino Nero d’Avola. Con l’Unità d’Italia, nelle mappe catastali e nelle mappe dell’Istituto Geografico Militare il caseggiato fu individuato come Casa o Casale d’Andrea».
Come siete subentrati voi in questa struttura e qual è la vostra filosofia aziendale?
«Nel 1952 mio padre prese in gabella la tenuta. Successivamente, nel 1959 dovette estirpare il vigneto a causa della mancanza di manodopera dovuta alla forte emigrazione. L’azienda cambiò volto trasformandosi in fattoria con ovini e bovini. Quando io subentrai, volli ristrutturare l’intero fabbricato e impiantai circa 22.000 ceppi di Nero d’Avola e Frappato. Inoltre rivalutai l’uliveto e il querceto da sughero creando dei corridoi ecologici collegati al limitrofo bosco di Santo Pietro. Nel 2007 fu avviata l’attuale attività di turismo rurale con la creazione di otto camere per il pernottamento, due sale per il soggiorno e la ristorazione, con ampie zone a prato a contorno della piscina, idealmente collegata al fiume Ficuzza che scorre in fondo alla piana. Nel 2013 la gestione passò a mio figlio Alessandro che chiamò la società Villa D’Andrea».
Alessandro, quali sono le peculiarità di questa splendida struttura?
«Villa D’Andrea offre la cucina tipica della migliore tradizione siciliana, in particolare quella dell’entroterra posta fra i monti Erei e i monti Iblei. Gli ingredienti utilizzati sono locali, alcuni prodotti nella “Valle degli Orti” proprio sotto il caseggiato della Villa, altri provenienti dalle masserie vicine che utilizzano sistemi di allevamento e coltivazione biologici. In proprio coltiviamo, inoltre, ulivi e vigne di specie autoctone. Dalla vicina Scoglitti, provengono i prodotti del mare per un ricco menù di pesce. La location, un vecchio palmento ottocentesco ristrutturato, è ideale per accogliere e festeggiare matrimoni e qualsiasi altro tipo di evento. Nelle due sale in stile rustico, dai bellissimi tetti lignei, attrezzate con tutti i servizi multimediali, è possibile organizzare meeting, conferenze, congressi, cene di gala. Nelle ampie camere si può godere di un soggiorno rilassante fra tradizioni, odori e sapori tipici di questo incantevole scorcio di Sicilia a pochi passi dalla splendida Caltagirone, Patrimonio dell’UNESCO e Città d’arte per la ceramica».
Al termine di questa piacevole chiacchierata siamo giunti a sera, nel momento in cui la scena si trasforma in un quadro che unisce allo splendido paesaggio, con una magica luna piena, la suggestiva illuminazione di lanterne e candele.
Non resisto alla tentazione di sdraiarmi sul prato a bordo piscina e godermi un calice di un buon Nero d’Avola prodotto in azienda.