Valeria Raciti, (vincitrice Masterchef 2019) e il suo menù di Natale che riempie i cuori

di Patrizia Rubino, Foto di Alex Alberton

È stata la vincitrice dell’ottava edizione di MasterChef nel 2019, Valeria Raciti catanese, 35 anni, ha mostrato con caparbietà e determinazione il suo grande talento, trasformando le sue emozioni in esecuzioni semplicemente perfette. Oggi è una professionista sicura e consapevole che propone una cucina ricca di gusto, colorata che celebra, con il suo tocco originale, i sapori inconfondibili della Sicilia e non solo.

Con il suo trionfo a MasterChef ha mostrato talento e competenza, ma da dove inizia la sua passione per la cucina?
«Da nonna Maria, da piccola stavo spesso a casa sua, cucinava sempre ed io la osservavo con tanta curiosità. Era silenziosa, accurata e precisa in tutto quel che preparava. Ricordo un sugo al pomodoro che come per magia catturò i miei sensi, forse avrò avuto quattro anni. Mi si spalancò un mondo e la cucina diventò la mia più grande passione. Certo inizialmente pasticciavo, ma crescendo miglioravo e in famiglia apprezzavano. La passione per i fornelli l’ho coltivata da autodidatta, non ho mai frequentato un corso di cucina, riproducevo ricette, per il puro piacere di cucinare. Un giorno mio marito m’iscrisse a MasterChef, non credevo che potessero scegliermi, figurarsi vincere una competizione così importante, giudicata da chef di altissimo livello. L’impatto non è stato affatto semplice, anche perché attraversavo un periodo molto difficile; pian piano sono riuscita a trovare me stessa, a cacciare indietro le lacrime e a mettermi in gioco. Cucinavo con passione e istinto come sempre, ma sotto pressione, con i ristrettissimi tempi televisivi, riuscivo a immaginare il piatto, ne sentivo il gusto e il profumo. Le mie preparazioni piacevano e convincevano, questo mi ha restituito l’autostima. Ho capito che potevo essere nuovamente felice».


Dopo questa esperienza la sua passione è diventata la sua professione.
«Ho in progetto di aprire una mia attività, non il classico ristorante, penso piuttosto a uno “Chef’s table”, dove il cliente possa assistere alla preparazione e spiegazione dei miei piatti. Nel frattempo lavoro come personal chef e partecipo a eventi e cooking show in giro per l’Italia e all’estero. Amo parlare di cucina e lo faccio con grande entusiasmo attraverso i social con due rubriche: una dal titolo “Morsi di Sicilia”; dalla mia cucina, racconto, spiego e preparo ricette tradizionali siciliane ma anche più innovative. La tradizione va difesa, ma occorre anche tradurre, interpretare, sta in questo il talento, l’identità dello chef. L’altra rubrica è “L’ABC della cucina felice”, si tratta di tutorial più tecnici in cui spiego ad esempio come preparare i lievitati o la pasta fresca, o come sfilettare il pesce e le diverse tipologie di cottura. Riscontro grande seguito e curiosità e questo mi spinge a fare sempre più e meglio».

In questo periodo dell’anno, il cibo è assolutamente protagonista. Come vive queste giornate?
«Ho sempre trascorso il Natale in casa e soprattutto in famiglia, adoro l’atmosfera che si respira in questo periodo, la preparazione del menu delle feste è un momento di grande gioia e condivisione. Una parte dei parenti, noi siamo in tanti, esprime il desiderio di un piatto e altri, ovviamente io sono tra questi, si occupano della preparazione. L’apoteosi è la sera della Vigilia: una meravigliosa tavola stracolma sino all’inverosimile di pietanze sfiziose, colorate, gustose e tutte rigorosamente della nostra tradizione. Dalle scacciate di verdure e di carne, al baccalà fritto, alle crespelle alla ricotta, e ancora broccoli affogati, cavolfiore gratinato con besciamella e l’immancabile gateau di patate di nonna Maria e l’elenco potrebbe continuare. Non mancano poi dolci come i biscotti alla frutta secca o il pandoro con crema al tiramisù. Il pranzo di Natale, sempre rigorosamente in casa, è più contenuto, ma il menu è più sempre ricco e goloso. Sono occasioni irrinunciabili, d’incontro e di scambio con le persone che ami, in cui il cibo riempie anche i nostri cuori».

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