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di Giulia Monaco Foto di Emanuele Carpenzano
Dolce e Gabbana ne hanno fatto un must-have, e ne fanno largo uso nelle loro collezioni, omaggiando un’ideale di femminilità sospeso tra passato e presente: l’ elegantissimo pizzo siciliano, che richiama le atmosfere mediterranee di una volta, è il protagonista indiscusso delle passerelle, di brand di moda Made in Italy e di abiti da sposa griffati scelti dai vip.

Se volgiamo un attimo lo sguardo a una Sicilia d’altri tempi, con un po’ di immaginazione riusciamo a scorgere delle giovani donne intente a confezionare con solerzia il loro corredo, creando con grande maestria degli arabeschi di pizzo destinati a impreziosire tovaglie, vesti e stoffe, rendendole eleganti e leggiadre. Le immaginiamo ingegnarsi con aghi, fili, fuselli e uncinetti, e a intessere punto dopo punto armoniose trame di pizzi, merletti e trine da applicare alla biancheria più pregiata, per custodirla poi sotto naftalina nei cassetti di un grande comò, in attesa di coronare il loro grande sogno d’amore. Ancora adesso, aprendo quei vecchi cassetti, potrebbero spalancarsi davanti ai nostri occhi tracce di quella Sicilia mai dimenticata, che oggi gode di un fascino iconico e intramontabile.
Ma da dove nasce la tradizione dei merletti siciliani?
La parola “merletti” deriva dal termine “merli”, gli elementi architettonici sagomati che sovrastavano torri e palazzi medievali. La Sicilia vanta una tradizione del merletto molto antica, attestata già nel 1400, quando veniva spesso eseguito con filati d’oro e d’argento che ornavano tessuti pregevoli. Questa tradizione risale al dominio dei Saraceni, che introdussero nell’isola i primi laboratori di tessitura e ricamo, e si consacra poi sotto la corte di Spagna.
Tra i manufatti in pizzo siciliano, ce n’ è uno richiestissimo dalle spose, conclamato dai grandi brand di moda, che ha fatto la sua comparsa in matrimoni celebri e in serie cult: stiamo parlando della mantilla, un capo d’abbigliamento che si diffuse in Sicilia nel ‘500, durante la dominazione spagnola. L’accessorio proviene da un’antica usanza diffusa nella penisola iberica, che vedeva donne del “pueblo”, cioè le popolane, utilizzarlo come adorno oppure come riparo. Ma quando la regina Isabella II (che regnò tra il 1833 ed il 1868) cominciò a indossare la mantilla in tutti gli eventi ufficiali, acquisendo un’aurea elegante e sofisticata, ecco che il suo uso si estese anche nei ranghi dell’aristocrazia. Potremmo definire la regina Isabella un’influencer del suo tempo? Certamente sì, e anche di grande impatto: infatti, tutt’oggi la mantilla è considerata uno degli accessori più chic negli ambienti di alta moda, ed è richiestissima dagli atelier di abiti da sposa.
Nessuna terra come la Sicilia sfugge da qualsiasi cliché, piena com’ è di meraviglie e di mille contraddizioni. Anche la moda e l’ eleganza siciliane sono in qualche modo senza luogo e senza tempo, figlie di una commistione di culture e popoli così distanti tra loro, e così ricchi nella loro diversità, da rendere lo stile siculo unico al mondo. Il merletto siciliano ne è un chiaro emblema: i decori sono spesso eseguiti liberamente, secondo la fantasia dell’ esecutore o dell’ esecutrice, che realizza un’armoniosa sequenza di pieni e vuoti senza un disegno prestabilito. Più che di artigianato potremmo parlare di una vera e propria arte figurativa, visto il grande impatto di sfilati, merletti e macramè sui canoni estetici del tempo.
Elegante e sofisticato, chic e ricercato, il pizzo siciliano si consacra come elemento iconico che ha segnato e continua a segnare la storia della moda e del costume, da custodire e amare per sempre.
