Quando le donne scommettono…sulla cultura!
Articolo di Alessia Giaquinta Foto di Giuseppe Bornò
Due donne, un teatro. Le sorelle Vicky e Costanza Di Quattro e il prezioso gioiellino del Teatro Donnafugata, a Ragusa Ibla, tra i più piccoli e belli d’Europa. Un connubio perfetto, potremmo dire, anche alla luce degli interessanti e attesi appuntamenti programmati nel corso di questi anni di gestione tutta al femminile.
Edificato a metà Ottocento, il teatro – che conta cento posti – è stato riaperto dopo i restauri portati avanti dell’avvocato Salvatore Scucces tra il 1998 e il 2004. Le sorelle, che ne hanno ereditato la gestione, si occupano della direzione artistica facendo sì che una struttura privata, come quella del Teatro Donnafugata, diventi un centro di cultura per l’intero territorio ibleo, e non solo.
Nel 2006 è stato insignito, inoltre, del prestigioso Premio Eurispes “Le cento eccellenze italiane”.
Che cosa significa, per voi, gestire un luogo che potremmo definire “culturalmente sacro” quale il Teatro Donnafugata?
«Il teatro è la nostra casa! Lo è in senso strettamente fisico, come luogo che appartiene alla nostra famiglia e lo è anche come luogo dell’anima.
Abbiamo sempre scommesso sulla cultura e sull’arte teatrale, sperimentando come l’aspetto imprenditoriale possa essere coniugato perfettamente all’aspetto artistico».
Una gestione tutta femminile…
«La gestione del teatro è da sempre mia e di mia sorella. Il fatto di essere sorelle crea un’affinità straordinaria. A differenza di qualunque altro socio, in noi coesistono l’interesse comune verso un bene di famiglia e un legame indissolubile che riesce a trasformare ogni scontro in un incontro».
Nella programmazione che annualmente proponete si dà molto spazio alla figura femminile, spesso intesa, nelle culture passate, come colpevole di drammi o dotata di minori capacità rispetto all’uomo. Negli spettacoli presentati, invece, pare si dia modo alla donna di avere un riscatto sociale in quanto si raccontano storie e drammi da angolature diverse. Dal lato femminile, insomma. Qual è l’obiettivo e la scommessa?
«La scommessa del Teatro Donnafugata non è un mero riscatto femminile, bensì una precipua volontà di indicare l’universo donna come un valore aggiunto per tutte le esperienze umane e professionali. Il Teatro punta sulle donne ma soprattutto sulla valorizzazione dei rapporti umani, sull’esaltazione del teatro e sulla rinnovata consapevolezza che attraverso l’arte può svilupparsi un grande indotto economico».
Quali sono i prossimi progetti?
«Il prossimo evento è “3drammi3”, un festival della tragedia greca che giunge alla sua quarta edizione. E stiamo organizzando insieme alla Regione Siciliana una mostra sulle statuette del Bongiovanni Vaccaro».
La sinergia tra le sorelle, unita al grande interesse per la valorizzazione del territorio e la diffusione della cultura, fà sì che un piccolissimo teatro, come quello Donnafugata, richiami ogni tipo di spettatore, di ogni età, proponendo festival e rassegne che includono varie forme d’arte: dalla musica alla danza, al teatro, all’opera lirica. Le collaborazioni con l’Istituto Nazionale Del Dramma Antico (INDA) di Siracusa e l’Accademia Teatro alla Scala di Milano arricchiscono, inoltre, i programmi, sempre nuovi, raffinati e attraenti. Come l’animo femminile, del resto.