Tag Archivio per: libro

Si presenta il libro di Sandra Guddo “Nella tana del riccio”

Organizzato dall’Università Ecampus, BCsicilia e Club Culturale Andromeda, si presenta, martedì 24 ottobre 2023 alle ore 18,00 presso l’ex Chiesa di San Mattia ai Crociferi in via Torremuzza 18 a Palermo, il volume di Sandra Guddo “Nella tana del riccio, Nulla terrorizza più dell’ignoto”. Previsti gli interventi di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia e Mariza Rusignuolo, Saggista e critico letterario. Coordina, Salvo Abbruscato, Presidente del Club Culturale Andromeda. Le letture sono a cura di letture di Isabella SpatolaSarà presente l’Autrice.

Il libro. Un thriller ricco di suspense dove la “tana del riccio” diviene il luogo simbolo in cui si srotolano diversi fatti che scorrono, come le acque di un fiume, tra rive opposte: tra normale e paranormale, tra naturale e soprannaturale per raccontare le storie di tre donne: Nilla, Maria Luisa e Rita, vissute in epoche e contesti diversi, in un arco temporale che va dal periodo della Bella Époque ai giorni nostri. Il romanzo si divide in due parti: nella prima procedono in modo parallelo e alternato i destini delle tre protagoniste per poi incrociarsi fatalmente nella seconda parte, collegati da quel sottile fil rouge che alcuni chiamano destino, altri semplice causalità o pura volontà divina. Sullo sfondo la città di Palermo, tra luoghi di rara bellezza, con i suoi segreti e la sua tormentata storia millenaria. Nel misterioso gioco delle parti che è la vita, Maria Luisa tornerà dall’aldilà, creando così l’opportunità di porre domande sul rapporto esistenziale tra vita e morte, tra Eros e Thanatos, tra raffinate dissertazioni filosofiche e semplice saggezza popolare. Una trama complessa dove si impone il quarto protagonista: la musica di un pianoforte che diventerà il leitmotiv dell’intera vicenda. (La copertina del libro è di Daniela Gargano).


L’autrice. Sandra Guddo è laureata in Filosofia con pubblicazione della tesi, ha conseguito la specializzazione in Scienze Umane e l’abilitazione in  Materie Letterarie e Latino negli Istituti Superiori dove ha insegnato fino al recente pensionamento. Inserita dal MIUR di Palermo nel progetto contro la Dispersione Scolastica ha lavorato come psicopedagogista nei quartieri più a rischio della città. Da questa forte esperienza nasce il primo libro “Tacco !2. Storie di ragazze di periferia”. Scrittrice, poetessa e critico letterario, è autrice della raccolta di novelle: “Ciciri racconti di terra di sicilia” (2018 Premio Kaos). “Gramigna storie di gente di sicilia (2021 Premio Internazionale Navarro). Nel 2020 pubblica la silloge poetica “Amo il chiaroscuro” (2020 Premio S. Quasimodo e Premio Ossi di seppia). Ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra i quali: Premio alla Carriera “Maria Costa”, Premio Universo Donna da Accademia di Sicilia, Premio alla Cultura. Premio internazionale Franz Kafka. Ne 2018 pubblica il romanzo Le geôlier (2016, Premio Levi) e nel 2023 “Nella tana del riccio. Nulla terrorizza più dell’ignoto”. Presidente emerita di UNIPOP. Councilor di Arena Culturale, Vicepresidente del Club Culturale Andromeda, è stata Presidente del Premio Letterario Andromeda 2022/23. Ha condotto la rubrica radiofonica dal 2019 al 2020 “La cucina popolare siciliana tra storia e leggenda”.  Scrive per diverse riviste letterarie, conduce corsi di Scrittura creativa ed organizza eventi.

la vigna di uve nere

La Vigna di Uve Nere: il primo romanzo di mafia scritto da una donna

Rubrica “Titolo”

a cura di Alessia Giaquinta

Cronaca, leggenda e un profondo realismo si intrecciano nel primo romanzo che racconta la drammaticità del fenomeno mafioso: “La Vigna di Uve Nere”, edito nel 1953 e scritto da una donna, la palermitana Livia De Stefani (1913-1991).

Un titolo iconico per la letteratura siciliana e uno dei romanzi più singolari usciti in Italia nella seconda metà del secolo scorso è “La Vigna di Uve Nere”, noir che riscosse notevole successo in termini di critica e di pubblico anche all’estero; e che, negli anni ’80, ispirò uno sceneggiato per la Rai con la regia di Sandro Bolchi.

È con un linguaggio diretto e pungente che la De Stefani ci permette di osservare la Sicilia arcaica e profondamente patriarcale degli ambienti mafiosi del secolo scorso.

Ad ispirare l’autrice pare sia stato un fatto di cronaca avvenuto a Mazara del Vallo: il mistero della morte di una ragazza di diciassette anni. Ed è sviluppando questo atroce evento che la De Stefani descrive la storia di un uomo duro e spietato, Casimiro Badalamenti, proprietario di un vigneto di uve nere e coinvolto in un giro di loschi affari che, ad un certo punto, sposta la sua residenza da Giardinello a Cinisi.

«Abbandonò Giardinello per ragioni oscure – scrive l’autrice nel romanzo –. Vero è che ciò avvenne subito dopo la morte del padre e del fratello, uccisi per errore in un agguato teso ad altri, in una notte del torrido luglio del 1930. Ma Casimiro non era uomo pauroso».

A Cinisi, Casimiro trova una sorta di lupa verghiana: Concetta, donna di malaffare, che gli è molto devota e con la quale consuma passioni e condivide peccati. Dalla loro unione nascono dei figli che, per volere di Casimiro, saranno cresciuti da altri contadini, all’oscuro l’uno dell’altro. Dopo circa vent’anni, quando Casimiro decide di riunire la famiglia, le colpe passate ricadranno inesorabili sui figli Nicola e Rosaria legati da una fatale attrazione e da un amore incestuoso.

Una vergogna intollerabile diventa questa per Casimiro che, pur di non essere tacciato di disonore, costringerà la figlia Rosalia al suicidio, salvaguardando Nicola, che, in quanto erede maschio, potrà portare avanti il nome della famiglia.

Uno stile descrittivo intenso, ricco di simboli e riti è quello che la De Stefani utilizza ne “La Vigna di Uve Nere”, un romanzo da scoprire e riscoprire, come la singolare personalità anticonformista della sua scrittrice.

 

 

san berillo

“Un inconfessabile segreto”: il romanzo di Gloriana Orlando nell’anima di San Berillo

di Eleonora Bufalino  Foto di Gloriana Orlando

… Convivevano, a stretto contatto di gomito, carrettieri, intrallazzeri di vario genere, piccoli artigiani, artisti, avvocati, professori… a poca distanza da tuguri e case terrane, prive anche dei servizi igienici, si trovavano costruzioni dignitose, palazzetti di buon gusto e… postriboli di tutti i tipi…”.

Le prime pagine di “Un inconfessabile segreto” si aprono descrivendo uno dei quartieri più problematici e al contempo affascinanti di Catania, San Berillo. La sua autrice, Gloriana Orlando, ne svela sin dall’inizio i tratti caratteristici, consegnando ai lettori un romanzo in cui si mescolano le sfumature del mistero con i fatti storici della città. Una Catania martoriata dalla Seconda Guerra Mondiale, che ritorna a vivere dopo la Liberazione, anch’essa teatro di grandi sofferenze per la popolazione, e che proprio in questa rinascita subisce la demolizione di San Berillo. Nel libro, le vicende dei protagonisti tratteggiano lo scorrere dell’esistenza nelle zone più interne della città etnea, immersa ora nella disperazione degli anni del conflitto, ora nel disorientamento di quanto restava da salvare e ricostruire.

Curiosi di cogliere i motivi che hanno condotto la scrittrice a narrare gli eventi del quartiere “a luci rosse” di Catania e ad intrecciarli alle vite dei personaggi del romanzo, le abbiamo rivolto qualche domanda. Gloriana Orlando è anche insegnante di Lettere, attività che svolge nella sua amata città.

gloriana orlando

Gloriana, la trama del tuo racconto crea un intreccio con l’ambientazione, rumorosa e variopinta, del quartiere di San Berillo. Qual è il tuo legame con esso?

«Sono cresciuta in centro, in via Di Sangiuliano, ai margini di San Berillo, che allora era perfettamente inserito nel tessuto sociale di Catania; ricco di tante realtà ma non malfamato come si è soliti generalizzare. Dopo aver vissuto in varie zone, 15 anni fa sono ritornata nel quartiere e ho sentito l’esigenza di raccontare quanto accaduto: il suo cosiddetto “risanamento”. Ho condotto ricerche consultando i giornali dell’epoca e l’Archivio di Stato, ma soprattutto ascoltando le testimonianze degli ex abitanti. Le loro storie mi hanno parlato di una lacerazione mai guarita, dovuta a uno sventramento coatto che, a partire dal 1957, vide lo “spostamento” di circa 15 mila persone in zone appositamente create, prive di collegamenti con il centro e di servizi».

un inconfessabile segreto

Il tema della prostituzione; le stradine, i vicoli, gli angoli di San Berillo brulicavano di donne che, il più delle volte per povertà, vendevano il loro corpo. Nel tuo libro parli soprattutto delle case chiuse, dalle più umili alle più raffinate, frequentate da tutti i ceti sociali. Cosa accadde in seguito allo sventramento?

«Nel 1958 fu approvata la legge Merlin che abolì la regolamentazione della prostituzione e vide la chiusura delle case di tolleranza. Tuttavia, il fenomeno della prostituzione non si arrestò ma anzi dilagò ancora di più in maniera clandestina. Le millantate motivazioni di sradicare la criminalità e offrire alle donne del quartiere la prospettiva di una vita diversa apparvero poco credibili e il progetto di costruire un quartiere moderno nel centro elegante della città stentò ad avverarsi».

san berillo

Che ruolo riveste l’impegno di istituzioni e privati nei veicolare il cambiamento?

«Oggi San Berillo sta provando a riscattarsi; sia attraverso le associazioni, come Trame di Quartiere, che puntano all’integrazione di tutte le componenti del quartiere, sia tramite alcune attività commerciali, che attraggono giovani e turisti. Sono due modi diversi di fare riqualificazione, in un reticolo sociale così complesso!».

 

Il romanzo della Orlando è l’immagine della Sicilia più vivida e autentica, in cui convivono tutti i colori dei sentimenti umani, descritti superbamente da giochi di scrittura che alternano espressioni dialettali a termini ricercati. Leggendo, ci si immerge in una “contraddizione” stilistica, proprio come le scene di vita quotidiana, semplici, che fanno da sfondo a segreti inconfessabili.

marinella fiume

Marinella Fiume racconta l’universo femminile

di Omar Gelsomino   Foto di Andrea Giuseppe Cerra

Lo studio sulle donne è sempre stato al centro delle sue pubblicazioni. Originaria di Noto, ma trasferitasi a Fiumefreddo di Sicilia, dove è stata primo sindaco donna per due mandati, Marinella Fiume, laureata in Lettere classiche e dottore di ricerca in Lingua e Letteratura Italiana, ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti per il suo impegno sociale e la sua produzione letteraria.

Insieme a lei percorriamo un viaggio nell’universo femminile. «Sono una persona perennemente in viaggio, una donna che cerca di imparare dalle avversità, dal dolore, dalle esperienze negative vissute per tesaurizzarle e trarne motivo di forza emotiva. La scrittura in questo è stata fondamentale per me, perché il viaggio è anche ricerca delle parole. La scrittura mette ordine, organizza e risignifica il fluido e caotico mondo interiore e quello della memoria. La scrittura è salvifica».

La sua missione è riscattare le donne dall’oblio. «Le donne sono state dimenticate dalla Storia che pure, ovunque nel mondo – anche in Sicilia – , hanno contribuito a fare. Le donne per lunghissimo tempo non sono mai state raccontate o lo sono state molto poco. È come se non fossero mai esistite, fantasmi invisibili. L’invisibilità è la causa principale della diseguaglianza di genere. Da qui l’esigenza di un vero e proprio Dizionario di Siciliane che ho curato già nel 2006. Si trattava di colmare un grosso vuoto, una profonda lacuna storiografica».

marinella fiume

Una donna in particolare ha influito nella sua vita. «Sono nata, da una famiglia di netini da generazioni, a Noto, il barocco giardino di pietra dove sono rimasta fino alla scuola media. Respiravo bellezza, ma quella bellezza di una decaduta aristocratica d’altri tempi che ha impegnato i suoi gioielli al banco dei pegni. Vivevo in una palazzina Liberty proprio di fronte al palazzo dove Mariannina Coffa, la capinera di Noto, passò gli ultimi anni di vita e dove un’epigrafe marmorea ancora la ricorda. Da quella epigrafe che mi fermavo a leggere ogni mattina andando a scuola non seppi più staccarmi. Fu un destino. Quando ne feci oggetto della tesi del mio dottorato di ricerca scoprii che la sua poesia andava ben al di là di quella sospirosa d’amore che tanto piaceva ai biografi locali e che il linguaggio nascondeva messaggi cifrati. Grazie a lei scoprii una Sicilia diversa, mai studiata dalle Accademie, una Sicilia molto avanzata sotto il profilo culturale e scientifico, in linea con i più progrediti paesi europei».

Ma qual è la condizione della donna in Sicilia? «Sotto il profilo socio-politico e lavorativo la situazione non è rosea, anche se la pandemia ha dimostrato come il Paese abbia retto grazie alle donne. Ma credo che ovunque, anche in Sicilia sia iniziata l’èra delle donne perché solo da queste può venire la salvezza a questo nostro mondo malato. È il modo diverso delle donne di stare al mondo, di abitarlo, che sta producendo una profonda rivoluzione».

Insieme a Fulvia Toscano hanno ideato un festival dedicato alle donne. «“La Sicilia e la Calabria delle donne – Festival del genio femminile in Sicilia e in Calabria” vede come protagonista il multiforme ingegno declinato dalle donne in molteplici settori con l’intento di sottrarre all’invisibilità le donne siciliane e marcare della loro presenza i territori di appartenenza narrando le “storie”, le “imprese”, l’impegno, i percorsi, i risultati raggiunti nei vari campi, in una parola il genio. Questa terza edizione vede protagoniste le donne e la politica, le donne e le istituzioni. Il festival diventerà “L’Italia delle donne” grazie all’interesse dimostrato dal Centro per la lettura e il libro del Ministero della Cultura che comprende 700 città che leggono».

Prima di lasciarci a questa piacevole intervista Marinella Fiume ci anticipa la sua prossima fatica letteraria. «A marzo uscirà per la romana casa editrice Iacobelli il mio nuovo libro, dal titolo curioso e ironico: “Strèuse. Strane e straniere di Sicilia”. Una galleria di ritratti di regine senza corona».

Un libro sotto l’albero

A cura di Alessia Giaquinta

Vorresti forse rinunciare all’inebriante profumo di carta e alla piacevolezza di accarezzare, con cura, ogni pagina di una storia, questo Natale?

Spero proprio di no. Sebbene qualcuno faccia fatica ad apprezzare i libri, sono certa che tu che stai leggendo sei tra coloro che, invece, spera di riceverne qualcuno in regalo, magari proprio in questa festività.

Diciamoci la verità: i libri regalati hanno un gusto diverso. Qualcuno, infatti, li ha scelti per te, quindi ha avuto cura di conoscerne i dettagli e le sfumature prima di fartene dono. Ecco perché è importante il momento della scelta. I libri ci chiamano, comunicano dalle copertine, o spesso, attendono di essere sfogliati per concedersi alla nostra attenzione…

A chi ha in mente di scegliere un libro da regalare, per questo Natale, voglio suggerire qualche “Titolo” del Maestro Andrea Camilleri (1925-2019): il celebre autore siciliano, infatti, vanta un vastissimo panorama di scritti, per tutti i gusti e tutte le età…

Te ne indico tre nel dettaglio, a cui farò seguire una presentazione o citazione tratta dal testo, certa del fatto che possa aiutarti a fare un dono interessante e gradito a chi più ami, ai più piccoli, e certamente anche a te stesso.

 

Topiopì

(Indicato per bambini dai 5 agli 8 anni)

Questa non è una favola, ma una storia vera… Nenè frequenta la scuola elementare e trascorre l’estate in campagna, dai nonni. Gli piace alzarsi presto per accompagnare la contadina Rosalia a dare da mangiare agli animali: la mula, il cavallo, l’asino, e poi il gallo, le galline, i conigli e le capre. Un giorno Nenè trova ad attenderlo una sorpresa: in fondo al pollaio c’è una cesta con una dozzina di pulcini appena nati…

Maruzza Musumeci

(Consigliato per gli amanti dei miti e leggende)

«Nenti ci capii. Voliti spiegarvi meglio?».

«Diciva che lei non teneva la natura, che era nasciuta diversa, (…) È una vestia marina. La parti di supra, fino al viddrico, è di fìmmina cu dù beddri minne, la parti di sutta è a cuda di pisci. Infatti la sirena non pò caminare, ma nata».

 

Ora dimmi di te. Lettera a Matilda

(Consigliato per chi ama le biografie)

«Matilda mia, ho imparato pochissime cose e te le dico (…) Noi oggi siamo dei morti che camminano. Morti nel senso che le nostre convinzioni appartengono a un tempo che non ha futuro, quindi “lasciate che i morti seppelliscano i morti”. I giovani hanno in loro la capacità di far questa tabula rasa e di ridare alla politica la sua etica perduta. Sono certo che questa mia fiducia non sarà tradita».

“C’è sempre il mare ” giovedì la presentazione del romanzo del giornalista Domenico Russello

Licata -Giovedì 24 Novembre alle 17 al Museo archeologico di Licata sarà possibile assistere alla presentazione del romanzo “C’è sempre il mare” del giornalista gelese Domenico Russello, pubblicato da L’Erudita editrice, marchio Giulio Perrone editore.

Durante la serata, organizzata dall’Associazione Progresso e dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento, converseranno con l’autore: Francesco Pira, docente di sociologia all’Università di Messina, Merelinda Staita, docente di lettere e Salvo D’Addeo, musicista e regista del film U Scrusciu du Mari.

presentazione libro c'è sempre il mare

Il libro, già finalista al concorso letterario internazionale Dostoevskij 2021, è una raccolta di sette racconti che spaziano dall’eco delle memorie d’infanzia alle riflessioni sul presente, proponendo sensazioni che riempiono di umori ed emozioni ogni pagina. I profumi della propria terra, i legami più speciali, la contemplazione della bellezza che ci circonda mentre il tempo intorno a noi scorre, lento ma inesorabile, obbligandoci a cogliere la necessità dell’attimo, l’importanza di un pensiero, la dolcezza delle carezze della vita. Questo e tanto altro ancora nelle pagine intensissime scritte dall’autore, in cui il mare si assapora, si accarezza, si vive. Il libro è disponibile e ordinabile in libreria e su tutti i principali store digitali, da Mondadori store ad Ibs. Prima e dopo la presentazione sarà possibile visitare le sale del Museo aperto per l’occasione.

Conclusa con grande successo la quarta edizione di Etnabook

Volge al termine Etnabook 2022, cinque giornate fitte di incontri e confronti che hanno avuto come obiettivo primario quello di diffondere la cultura e far avvicinare tanti appassionati e curiosi ai libri e alla lettura.

Il presidente Cirino Cristaldi in chiusura ha affermato: “sono molto soddisfatto per la buona riuscita dell’evento che anno dopo anno cresce sempre più. Il nostro è un continuo Diventare, e, proprio per questo, sin da domani ci metteremo a lavoro per organizzare la quinta edizione di Etnabook, che sarà quella della maturità”.

premio cecchi paone

Il Festival negli anni ha formato una vera è propria rete che unisce il cuore di Catania ai Comuni limitrofi, cercando di abbracciare tutto il territorio etneo e proponendo diversi appuntamenti nell’hinterland.  

Oltre agli incontri al Palazzo della Cultura di Catania, roccaforte del festival, ci sono stati quelli all’Expo Pedara, coordinati egregiamente da Simona Zagarella e Mario Cunsolo del Circolo Letterario Pennagramma. E poi ancora la sezione EtnaKids con appuntamenti al Campus Athena e presso il Mondadori Bookstore D’Annunzio. Infine le presentazioni di Algra Editore che hanno tenuto compagnia, ogni pomeriggio, al pubblico della Rinascente.

Appuntamenti a cui il pubblico ha sempre risposto con entusiasmo, così come i due incontri svoltisi alla Mondadori del Centro Commerciale Katanè, che hanno aperto la prima giornata del festival con due celebri scrittrici, Francesca Maccani e Viola Di Grado, entrambe premiate con la menzione speciale di Letto, Riletto, Recensito consegnata dal fondatore del premio, nonché nostro presidente scientifico del festival, Salvatore Massimo Fazio. Lo stesso riconoscimento è stato assegnato durante le giornate del festival, ad autori quali Massimo Arcidiacono, Orazio Licandro e Francesca Calì.

etnabook premio

Interessanti ed emozionanti sono stanti anche gli incontri della rassegna EtnaStar, ideata e organizzata da Debora Scalzo. Tra questi, spicca l’incontro Per non dimenticare con Giovanni La Perna, Antonio Vullo e Rosalba Cassarà (questi ultimi in collegamento telefonico). A distanza di 30 anni dai tremendi attentati mafiosi ai giudici Falcone e Borsellino, abbiamo voluto ricordare il loro lavoro e il grande impegno civile di questi uomini attraverso il racconto e le testimonianze di chi quelle tragedie le ha vissute in prima persona. A La Perna e Vullo sono stati consegnati delle menzioni speciali di EtnaStar.

etnabook cecchi paone

Tra gli incontri più interessanti, quello con Alessandro Cecchi Paone, che nelle vesti di consulente artistico di questa quarta edizione è stato un valore aggiunto, capace di scaturire una crescita culturale e strutturale di tutta la manifestazione. Cecchi Paone, insignito per l’occasione con il Premio EtnaStar – Cascia Lab per l’eccellenza italiana,  ha parlato di informazione, futuro, di giovani e tecnologia, coinvolgendo il pubblico presente come solo lui, da grande divulgatore scientifico, sa fare.

Non sono mancati in questa edizione i Premi Etnabook attribuiti a personalità che si sono distinte in campo culturale e letterario, consegnati al giornalista e autore Francesco Musolino e agli scrittori Adriano Di Gregorio e Barbara Bellomo.

Etnabook premio

Il tema di quest’anno è stato Diventare e a conclusione possiamo affermare che Etnabook diventa anno dopo anno un festival di riferimento per la cultura italiana, questo accade grazie all’impegno della giovane direzione organizzativa e di tutte le maestranze fatte di professionisti, tecnici e volontari che lavorano incessantemente per realizzare un Festival di qualità e alla portata di tutti. 

Ringraziamo tutti i partner e gli sponsor che hanno collaborato con il Festival e anche i sindaci e gli assessori dei Comuni di Catania, Gravina di Catania e Pedara per averci supportato.

 

Ci vediamo presto a Etnabook 2023!

Raccontami di Te a Donnafugata

I RACCONTI PRENDONO FORMA E DIVENTANO OPERE D’ARTE. SUCCESSO DI PARTECIPAZIONE PER IL PROGETTO “RACCONTAMI DI TE” AL CASTELLO DI DONNAFUGATA. UN ESPERIMENTO LETTERARIO DA CUI E’ NATO GIA’ UN PRIMO LIBRO E UNA MOSTRA

Momenti che diventano ricordi, ricordi che diventano parole, parole che diventano colori. E poi prendono forma e diventano opere d’arte. Un inaspettato quanto straordinario successo per l’iniziativa “Raccontami di te”, la prima edizione del contest promosso da Malìa, start-up ragusana in ambito culturale, che ha chiamato a raccolta, ottenendo la partecipazione da più parti d’Italia, scrittori e non che si sono cimentati nella produzione di un racconto riguardante una persona cara.

In pochi mesi sono arrivati vari testi, molto interessanti e pieni di ricordi, ma anche di aneddoti e curiosità. Dall’iniziativa lanciata da Debhorah Di Rosa e Salvo Garipoli sono stati selezionati 38 racconti inseriti nel volume del libro “Raccontami di te” presentato ufficialmente al Castello di Donnafugata a Ragusa e “trasformati” in opere d’arte da sei artisti siciliani, Claudia Clemente, Simone Favero, Denise Giacchi, Ilenia Madaro, Milena Nicosia, Mario Occhipinti.

Raccontami di Te a Donnafugata

Ispirati dalle parole di quei racconti, hanno creato quadri che raffigurano quelle storie adesso in mostra fino al 29 settembre (dal martedì alla domenica dalle 16 alle 20) nella sala bianca del castello, inaugurata al termine di una piacevole serata che ha visto, tra gli ospiti, anche lo scrittore Michele Arezzo e il bravissimo violinista Daniele Rizza e oltre 300 spettatori. Ma la cosa forse più bella è stato l’incontro tra gli autori dei racconti e i sei artisti che hanno interpretato quei racconti per farli diventare opere d’arte e che per la prima volta si sono incontrati tra gli applausi di tutti. “Un’emozione vissuta pienamente, con tante sfumature diverse, dall’inizio, da quando è nata l’idea, fino ad adesso con la pubblicazione del libro che raccoglie i racconti, un esperimento letterario che ci ha arricchito tantissimo, in primis a noi ma anche a tutte le persone che si sono lasciate coinvolgere – spiegano gli ideatori Debhorah Di Rosa e Salvo Garipoli -.

Raccontami di te al castello di donnafugata

Le parole sono diventate colori, e insieme hanno creato un corpus unico che adesso si potrà ammirare al Castello di Donnafugata sprigionando arte”. Il progetto ha il patrocinio del Comune di Ragusa, con in testa il sindaco Peppe Cassì e l’assessore alla Cultura, Clorinda Arezzo e il supporto dell’associazione nazionale Case della Memoria. Informazioni sul sito www.raccontamidite.com che è una vera e propria piattaforma digitale, nata per dare voce a tutti coloro i quali vogliono raccontare il proprio vissuto attraverso la storia di una persona speciale.

È ripartito il sogno di Totò Cascio

di Omar Gelsomino

Tutto è iniziato per gioco ed inconsapevolmente è diventato famoso in tutto il mondo. L’ex enfant prodige di Nuovo Cinema Paradiso, Salvatore “Totò” Cascio, uno dei protagonisti del capolavoro del grande Giuseppe Tornatore, vincitore del Grand Prix nel 1989 e dell’Oscar nel 1990, interpretava un suo coetaneo, Salvatore, la cui attrazione per le pellicole cinematografiche gli allevia la consapevolezza che non avrebbe più rivisto il padre andato a combattere in Russia. Ruolo che gli è valso il Bafta.

nuovo cinema paradiso totò cascio

L’incontro con Giuseppe Tornatore, nonostante la giovanissima età, e la partecipazione in Nuovo Cinema Paradiso gli cambia la vita. «La passione per il cinema è nata per caso. Nel maggio del 1988, prima che iniziassero le riprese del film, fra i tanti bambini fui fotografato anche io, così fui scelto per interpretare il mio personaggio. All’inizio era solo un gioco, non mi rendevo conto del mondo in cui ero stato catapultato, di tutto il cast stellare: da Philippe Noiret a Leo Gullotta a Jacques Perrin e altri attori. Tornatore mi ha insegnato la disciplina, necessaria per raggiungere qualsiasi obiettivo. Questo film parla di una Sicilia bella, che vuol ripartire dopo la guerra, che ha voglia di sognare, di credere, di appassionarsi, di emozionarsi. A mio avviso è un film che dà lustro alla nostra amata Sicilia».

totò cascio nuovo cinema paradiso

Dopo ha interpretato altri ruoli con famosi registi e sono arrivati diversi premi. «Anche dopo il successo del film l’ho vissuto come un gioco, non ho mai cambiato il mio modo di pensare, di vivere. L’umiltà è la base, non devi cambiare. Sono grato per il successo che ho avuto». Lui che nel film è sorridente e spensierato, dallo sguardo vivo e allegro, passa dalle luci della ribalta di quando è bambino alla sofferenza dell’adolescenza. «La retinite pigmentosa è una malattia invalidante, non ho voluto condividerla, non ho voluto parlarne. Mi sono chiuso in me stesso e l’ho vissuta come una vergogna, una colpa. Sono entrato in un circolo vizioso fatto di panico, di paura del giudizio, di non piacere più. È come se ad un tratto quel bambino brillante non ci fosse più, sono stato come ingabbiato dal personaggio. Adesso ho accettato il problema, ma dopo la pubblicazione del libro e gli inviti in Tv e ad altri eventi avevo paura del pietismo, invece ho incontrato tante persone che mi hanno dimostrato il loro affetto. Per anni ho vissuto la mia retinite come se fosse la mia condanna, quando l’ho accettata ho cambiato la prospettiva facendola diventare la mia condizione. Mi ha restituito l’armonia perduta».

la gloria e la prova di salatore cascio

In questi anni tante sono state le rinunce professionali. «Ho vissuto normalmente nella mia città gestendo i due supermercati di famiglia. Declinavo le interviste e gli inviti in televisione. Poi, durante un’intervista, sentii il bisogno di rispondere e spiegare il motivo del mio abbandono del mondo del cinema. Successivamente la notizia fu ripresa dagli altri media e così mi chiamò la Telethon per fare un cortometraggio e Andrea Bocelli oer dimostrarmi il suo sostegno. In seguito è nato il libro insieme a Giorgio De Martino e da allora non mi sono più fermato».

salvatore cascio

Nel libro, “La gloria e la prova”, in cui ha raccontato la sua esperienza di vita ha investito il suo futuro, la sua ripartenza. «Nella mia anima e nella mia mente suonava già questo titolo: il buon Dio mi ha dato la gloria, il successo, l’affetto delle persone; poi ho avuto la prova. Ecco perché ho scelto questo titolo, “Il mio Nuovo Cinema Paradiso 2.0” è il sottotitolo, come segno di ripartenza. Insieme a Marilena Piu, una bravissima attrice siciliana, abbiamo creato un format dove lei è la voce narrante del mio libro. In autunno progettiamo di portarlo a teatro e nelle scuole. Come nel film il cinema è stato ricostruito ed è ripartito il sogno». Tanti i desideri che accomunano il Totò di Nuovo Cinema Paradiso con l’uomo di oggi. «Dopo questa ripartenza desidero avere una mia famiglia, valutare tutte le proposte e i progetti che stanno arrivando, sempre con umiltà. Non voglio mettere limiti a ciò che il buon Dio mi darà».

 

Locandina presentazione libro Madonne aretusee di Dario Bottaro

Presentazione del libro di Dario Bottaro e mostra di immagini rappresentative. L’assessore Samonà: “Un’occasione preziosa per valorizzare il ricco patrimonio regionale”

Le tante donne, madri, in fuga con i loro figli dal dolore, ci restituiscono in questi giorni il senso della continuità della vita. Alle donne della cristianità, alle Madonne rappresentate nell’atto di allattare ma anche di occuparsi del proprio bambino, è dedicato un prezioso volume che prende in esame le madonne rinascimentali custodite alla Galleria regionale di Palazzo Bellomo ma anche all’interno delle numerose chiese della provincia di Siracusa.


Giovedì 7 aprile alle 17.30 proprio a Palazzo Bellomo verrà presentato il libro “Vergine Madre. Le Madonne col Bambino nel Rinascimento aretuseo dalla Galleria Regionale di Palazzo Bellomo al Val di Noto”, curato da Dario Bottaro.

Insieme all’Autore saranno presenti la direttrice della Galleria Regionale di Palazzo Bellomo Rita Insolia, il direttore dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali e l’edilizia di Culto don Gianluca Belfiore e il prof. Michele Romano dell’Accademia di Belle arti di Catania.
In occasione della presentazione del libro verranno esposte due piccole sculture provenienti dai depositi della Galleria Bellomo oltre ad alcune immagini rappresentative delle opere custodite nelle chiese di Siracusa, Ferla, Lentini, Noto e Palazzolo Acreide.

Locandina presentazione libro Madonne aretusee di Dario Bottaro“Il volume  – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Alberto Samonà – è un’occasione preziosa per valorizzare un particolare segmento del ricco patrimonio regionale presente in una parte della nostra Isola ricca di testimonianze che portano la firma dei Gagini e di altri artisti che operarono in Sicilia tra il XV e il XVI secolo. Proprio ai Gagini – evidenza l’Assessore Samonà – abbiamo dedicato qualche giorno fa un’iniziativa, che è il primo segmento di un più vasto itinerario che comprenderà le opere presenti tra la Sicilia orientale e la Calabria”.


La pubblicazione, sapientemente illustrata, si sviluppa attraverso un percorso di ricerca nella statuaria marmorea della provincia di Siracusa, creando un dialogo tra la collezione di Palazzo Bellomo e le più belle rappresentazioni di maternità sacra presenti nel territorio, che ricomprende anche la diocesi di Noto.