Tag Archivio per: cultura

Padre Mario Alfarano Capizzi

A Maria Gabriella Capizzi, direttrice del Museo Archimede e Leonardo di Siracusa, dall’Archivio Generale dell’Ordine dei Carmelitani di Roma, una grande testimonianza per il lavoro svolto negli ultimi anni

Siracusa – Il museo Archimede e Leonardo di Siracusa riceve un grande riconoscimento e un attestato di stima, per il lavoro svolto negli ultimi anni, dall’Archivio Generale dell’Ordine dei Carmelitani di Roma. Padre Mario Alfarano, direttore del prestigioso istituto culturale, infatti, ha inviato al sindaco di Siracusa, Francesco Italia, e all’assessore comunale alla Cultura, Fabio Granata, una lettera con cui chiede, anzi, si augura che, anche in futuro, possa proseguire la sinergia tra Museo Archimede e Leonardo e Comune di Siracusa. La struttura dedicata alle invenzioni dei due geni è infatti ospitata nel settecentesco ex convento del Ritiro di via Mirabella, nel cuore di Ortigia, di proprietà del Comune. E sono proprio le origini di questo storico edificio a legare il Museo Archimede e Leonardo di Siracusa e l’Archivio Generale dell’Ordine dei Carmelitani.

Come scrive padre Mario Alfarano nella missiva al primo cittadino e all’assessore alla Cultura di Siracusa, la proficua collaborazione “è nata dal comune legame con le origini dello stabile dove ha sede il Museo: esso, infatti, agli inizi del ‘700 sorge come ritiro o monastero delle carmelitane avente, tra le fondatrici, suor Maria Carmela Gargallo Montalto, morta in odore di santità. Il monastero ha avuto una grande importanza non solo per l’Ordine Carmelitano, per i legami di Maria Carmela Gargallo Montalto con i venerabili Girolamo Terzo e Andrea Salvatore Statella, iniziatori della riforma carmelitana siciliana di S. Maria della Scala del Paradiso, ma anche per la città di Siracusa, la quale, anche grazie a suor Maria Carmela Gargallo Montalto, intrattenne profondi rapporti con il papato del tempo”.

La lettera a firma del direttore dell’Archivio Generale dell’Ordine dei Carmelitani continua: “La presenza del museo nella sede dell’ex ritiro carmelitano permette di mantenere viva la memoria di uno spaccato della vita religiosa e culturale della città anche attraverso iniziative di collaborazione con l’Institutum Carmelitanum e l’Archivio Generale. Inoltre, le varie attuali attività culturali promosse dal Museo e, in particolare, dalla direttrice Maria Gabriella Capizzi stanno rendendo sempre più questo luogo un centro di attrazione e una vetrina della città”.

Padre Mario Alfarano Capizzi

Padre Mario Alfarano fa riferimento, solo per fare un esempio, agli studi e alle ricerche per ricostruire la storia di suor Maria Carmela Gargallo Montalto, dell’ex convento del Ritiro e della comunità monastica femminile che vi dimorò per circa un secolo e mezzo, promossi e finanziati dalla direttrice del Museo siracusano ed eseguiti da un componente del comitato scientifico del Museo, Gastone Saletnich, dottore in Storia medievale e archivista. Tutto ciò grazie alla tenacia e alla passione di Maria Gabriella Capizzi, la quale spiega: “Per me è ormai una missione restituire il giusto valore e il corretto riconoscimento a una grande donna siracusana, per troppo tempo dimenticata o comunque trascurata, e ai luoghi da lei voluti“.

Un’attività molto apprezzata, evidentemente anche dall’Archivio Generale dell’Ordine dei Carmelitani che conclude la lettera così: “A nostro parere l’edificio dell’ex ritiro rappresenta un altro grande potenziale culturale per la città di Siracusa, per questo motivo vogliamo raccomandare tutte quelle iniziative a volte al recupero di esso. Gli ottimi risultati finora raggiunti e quelli che si potrebbero ancora ottenere sia per il Museo sia per la valorizzazione dell’intero edificio sono certamente merito della direttrice Maria Gabriella Capizzi. Pertanto, ci auguriamo che possa prolungarsi la sua concessione da parte delle vostre istituzioni”.

Gli fa eco Maria Gabriella Capizzi, la quale si unisce all’augurio “anche perché – conclude – oltre all’ottimo lavoro fin qui effettuato e da più parti riconosciuto, bisogna considerare che la nostra attività si è pressoché fermata, per circa due anni, a causa della pandemia e delle varie restrizioni. Ed è proprio da adesso che le tante iniziative progettate, abbozzate o appena avviate dovrebbero pienamente realizzarsi, contribuendo a valorizzare la figura di Leonardo e di due siracusani d’eccellenza come Archimede e suor Maria Carmela Gargallo Montalto, arricchendo le proposte culturali per i turisti e animando sempre più la zona dell’ex convento del ritiro“.

piazza scammacca catania

PIAZZA SCAMMACCA APRE LE PORTE ALLA CITTÀ

Un sogno lungo tre anni, una pandemia in mezzo e tutte le difficoltà che ogni grande progetto porta con sé: a nove mesi dall’inizio dei lavori nell’ex Chiesa della Madonna del Rosario, Piazza Scammacca, primo mercato urbano della città, apre le porte il prossimo 23 luglio.

Una data che è un traguardo condiviso con gioia e festa dall’intero quartiere di Piazza Scammacca, cuore della città di Catania e dai tanti partner che hanno lavorato a più mani per rendere quel sogno una realtà. I cinque giovani fondatori Lucia Caruso, Nicola, Stefano e Gabriele Vitale e Marco La Piana taglieranno il nastro inaugurale sabato 23 luglio alle 20,30, aprendo le porte del primo mercato urbano cittadino. “Piazza Scammacca è per noi mercato, persone e cultura- spiegano i fondatori-; fin dal primo momento abbiamo pensato a questo progetto non solo come un’attività economica, ma come un vero e proprio progetto di dialogo con la città, di incontro per le persone e di espressione culturale”.

Il progetto Piazza Scammacca è il frutto di un’ampia collaborazione con alcuni partner di lavoro: Gaetano Fiamingo, Paola Polimeni e Andrea Polimeni di Gap Food, la cooperativa Team; numerosi anche i partner tecnici: Electrolux, La Cook Agency Gourmet Identity, Matteo Raciti artist, Proposta Vini e Sullaluna Video Marketing.

 

Chi volesse scoprire prima del 23 luglio il format, può partecipare alle cene private che saranno allestite dal 14 al 21 luglio, acquistando i ticket sul sito www.piazzascammacca.com.

piazza scammacca catania

L’EVENTO

L’inaugurazione prevede momenti destinati a pubblici diversi. L’incontro con la stampa di settore avverrà a pranzo, mentre nel pomeriggio si terrà un momento di confronto su imprenditoria giovanile e territorio insieme a Invitalia; due delle attività di Piazza Scammacca, infatti, nascono anche grazie al supporto della misura agevolativa “Resto al Sud”, che ha rappresentato per i cinque giovani un’importante risorsa.

A seguire passeggiata per conoscere meglio il quartiere e, dopo un piccolo brindisi riservato agli stakeholder del settore dell’accoglienza e ospitalità ci sarà il momento aperto a tutta la città dalle 20,30 con l’accensione del Vulcano, musica e videomapping.

 

MERCATO, PERSONE, CULTURA: IL PROGETTO

Il concetto di “piazza” è al centro dell’idea progettuale di Piazza Scammacca. La piazza è dal punto di vista storico il luogo di incontro e scambio per eccellenza, oltre che, dal punto di vista urbanistico, uno spazio libero, dove spesso coesistono elementi molto diversi per funzioni e significato. “La trasformazione in mercati è una delle evoluzioni più comuni che manifesta la partecipazione e il ruolo delle persone nelle dinamiche sociali ed economiche della città- raccontano i cinque-; fin dal primo momento piazza Scammacca è stato per noi un luogo di evoluzione e cambiamento della città, che parte dalla proposta gastronomica, ma si sviluppa in tanti temi collaterali: da quello culturale alle iniziative sociali, dal confronto imprenditoriale alla promozione delle eccellenze italiane”.

piazza scammacca catania

I SEI FORMAT ENOGASTRONOMICI

L’enogastronomia italiana attraverso le sue portate principali: i sei format che ospiterà Piazza Scammacca sono dei veri e propri centri di produzione dedicati ai pezzi forti del Made in Italy. Attraverso la pasta, la carne, il pane, il pesce, i dolci e il beverage (drink e vino), Piazza Scammacca racconterà l’Italia della buona tavola. Decisamente innovativo il progetto, che riprende la convivialità dei mercati urbani, innovandola con la possibilità di ordinare allo stesso tavolo da attività diverse e poter condividere il pasto negli stessi tempi. “Un’idea che all’inizio sembrava un po’ folle e su cui abbiamo lavorato tanto- racconta il team di Piazza Scammacca- ma che per noi rappresenta un tratto distintivo della nostra offerta per garantire a gruppi di amici e famiglie il massimo della scelta. Vogliamo che Piazza Scammacca sia quel luogo dove ognuno può gustare il suo momento di felicità preferito”. Questi i sei format:

 

  • Panem- Il viaggio nel panino Italiano. Venti panini, uno per ogni regione Italiana più il km zero. Insalate, crostini e piatti unici. 

 

  • Zio Enki- La carne italiana che strizza l’occhio al gusto internazionale

Il format BBQ con tagli internazionali, lunghe cotture e processi di frollatura: un prodotto di natura internazionale, utilizzando materia prima italiana. 

  • Ella- La pasta della tradizione e la pasticceria moderna

Tradizioni e ricette regionali dei primi piatti da tutta Italia con pasta fresca e abbinamenti inediti.

  • Illum- La pasticceria moderna

Una proposta di pasticceria moderna, con deliziosi dolci al cucchiaio e frolle leggerissime, il tutto guarnito con frutta mediterranea e ingredienti del nostro territorio.

  • Mareide – Il pesce, crudo, fritto e affumicato

Mareide esalta il pesce nelle versioni crudo, fritto e affumicato con abbinamenti di  frutta tropicale prodotta in Sicilia attraverso la maestria e la creatività dello chef Joseph Micieli.

  • Clara Bow- Drink per appassionati

Una proposta giovane e dinamica, con cocktail essenziali e freschi ma anche raffinati ed eleganti, oltre a rivisitazioni di cocktails classici, con l’utilizzo di frutta fresca e disidratata. 

 

A servizio di tutti i format ci sarà inoltre una cantina, ricavata da quello che un tempo fu l’accesso privato dei frati domenicani per entrare in chiesa. Il mercato avrà anche uno spazio dedicato alla cultura, che sarà inaugurato il 23 con una piccola esposizione d’arte.

 

piazza scammacca catania

 

Piazza Scammacca è il primo mercato urbano di Catania nato dalla visione di cinque giovani che hanno deciso di scommettere sulla propria città. Lucia Caruso, Nicola, Stefano e Gabriele Vitale e Marco La Piana, i cinque giovani fondatori del progetto.

Piazza Scammacca accoglierà sei attività ristorative: Panem, giro d’Italia in 20 panini, Mareide, il pesce, crudo, fritto e affumicato, Zio Enky- La carne italiana che strizza l’occhio al gusto internazionale, Ella, la pasta della tradizione, Illum, la pasticceria moderna, Clara Bow, cocktail. Il progetto si configura con una spiccata volontà di affiancare alle attività economiche quelle di tipo sociale e culturale, con l’allestimento di appositi spazi dedicati all’interno e l’organizzazione e partecipazione a eventi.

logo centro studi federico II

NASCE A PALERMO IL CENTRO STUDI FEDERICO II, CON UFFICI DI RAPPRESENTANZA A ROMA, NEW YORK E BORDEAUX

Il primo appuntamento internazionale il 30 maggio 2022 a Roma, con un convegno su Federico II presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, sede della Presidenza del Senato, con la consegna del Premio a personalità di grande rilievo.

 

PALERMO – È nato a Palermo il Centro Studi Federico II, con la finalità di realizzare in Italia e all’estero progetti storico-culturali tematici dedicati alla figura del grande imperatore, con sedi di rappresentanza a Roma. New York e Bordeaux. L’iniziativa di costituire un Centro Studi dedicato allo Stupor mundi è partita da Giuseppe Di Franco, a seguito del successo ottenuto con la realizzazione – nel dicembre 2021 – della prima edizione del Premio Internazionale Federico II, promosso da Solunto Foundation e Maison France – Italie, due istituzioni culturali che Di Franco presiede, che operano da tre anni nella stesura di progetti culturali e socio culturali di alto livello realizzati in Italia e all’estero.

 

Il Centro sarà guidato dal presidente Giuseppe Di Franco ed avrà rappresentanze in Italia e all’estero, rette dalle seguenti Personalità: a Roma dal giornalista parlamentare Mario Nanni; a New York dalla docente e giornalista Cav. Josephine Buscaglia Maietta, presidente dell’AIAE-Association Italian American Educators, e da Stefano Vaccara, direttore della testata giornalistica “La Voce di New York” nonché docente di Giornalismo al Lehman College – CUNY; a Bordeaux, in Francia, dalla compositrice e direttrice d’orchestra Maria Luisa Macellaro La Franca.

 

Il Comitato tecnico scientifico del Centro Studi Federico II è composto, oltre che dalle suindicate personalità: dallo scrittore e giornalista internazionale Goffredo Palmerini; dal M° Diego Cannizzaro, compositore e docente; da Pietro Luigi Matta, avvocato e docente, vice presidente della Libera Università della Politica, dal Prof. Fabrizio Tigano, ordinario di Diritto Amministrativo presso l’Università degli Studi di Messina e dal prof. Alessio Arena, docente, scrittore e poeta.

Giuseppe Di Franco

Giuseppe Di Franco

 

Il Centro Studi realizzerà nel corso del 2022, in sinergia con la Solunto Foundation ed in collaborazione con Maison France – Italie alcuni importanti progetti, tra i quali in particolare si segnalano: 

 

  • Convegno dedicato a Federico II dal titolo: “Puer Apulia, Stupor Mundi” previsto a Roma per il 30 Maggio 2022 dalle ore 9,30 presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, sede della Presidenza del Senato, con la presenza di tre illustri relatori di livello internazionale e con una prima cerimonia di consegna del Premio Internazionale Federico II.

 

  • Incontro bilaterale socio culturale Italia – USA previsto a New York presso l’Istituto Italiano di Cultura e con una visita all’ONU, nel periodo Maggio/Giugno con date in corso di definizione, alla presenza di autorità Statunitensi e Italo Americane; in questa occasione il trofeo Federico II sarà conferito al dr. Fabio Finotti (Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura) e ad altre personalità.

 

  • Incontro bilaterale Italia – Francia che sarà realizzato a Bordeaux il 19 Giugno 2022, integrato dal progetto internazionale “Classique & Federico II International Award”, che si terrà presso la basilica Église Notre-Dame, con la consegna di onorificenze e del Premio Federico II a personalità Francesi e Italo- Francesi, tra le quali la Vice Presidente del Senato di Francia, Sen. Nathalie Delattre.

 

  • Incontro bilaterale socio culturale che sarà realizzato in Slovacchia, a Bratislava, nel mese di Settembre.

 

Le iniziative accennate fanno parte della piattaforma culturale “European Culture Vision 2032” della quale il Presidente Giuseppe Di Franco è il coordinatore internazionale, un programma decennale di progetti socio culturali nelle capitali europee, con un pensiero strategico, sistemico e orientato al futuro. Nel 2022 il tema dominante del programma è “Diplomazia culturale per una dimensione internazionale della cultura, per una politica di sviluppo e di cooperazione tra Paesi dell’Europa”.

 

La venere lilibetana al momento del ritrovamento

Dopo oltre un anno di assenza la Venere Lilibetana nuovamente esposta al Museo Lilibeo di Marsala

Palermo, 11 marzo 2022 – La statua di Venere è tornata in esposizione al Museo Lilibeo di Marsala da dove mancava da oltre un anno.

Il nuovo allestimento, che si è reso necessario a causa del precario stato di conservazione del piano d’appoggio dell’opera, ne migliora l’esposizione, valorizzando il “guscio” che l’architetto Minissi aveva progettato per il Museo nel 1986 e che accolse per un breve periodo anche l’Auriga di Mozia.

“Il ritorno in mostra della Venere, che accoglie i visitatori nel percorso espositivo all’interno del Museo Lilibeo – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – rappresenta simbolicamente la rinascita della bellezza che accompagna quella “primavera dell’archeologia” che negli ultimi tempi sta facendo rifiorire i parchi archeologici e i musei della Sicilia. Dopo oltre un anno di assenza, la scultura della Venere di Lilibeo, opera di notevole valore storico-artistico e tra le più importanti custodite nel Museo, torna a far mostra di sé in tutto il suo fascino. Una statua di particolare importanza che fino ad ora non è stata valorizzata per come si dovrebbe, ma che merita di essere conosciuta e ammirata da tutti , motivo per cui il suo “ritorno” è un momento importante di rilancio dell’offerta culturale del Museo”.

Realizzata in marmo greco di Paros, l’opera raffigura Venere secondo l’iconografia dell’Afrodite pudica. Rinvenuta nel 2005 nell’area archeologica adiacente la chiesa di San Giovanni al Boeo, in occasione degli scavi diretti dell’archeologa Rossella Giglio, è una copia romana del II secolo d.C. ispirata a un originale ellenistico di scuola microasiatica molto apprezzato nell’Impero, specialmente in contesti architettonici che prevedevano la presenza dell’acqua (ninfei).

La rappresentazione della dea seminuda – precisa Anna Maria Parrinello, direttrice del Parco archeologico Lilibeo-Marsala – è caratterizzata da un finto pudore e da una sensualità che la rendono simile ad una donna più che ad una divinità, come ha evidenziato Guy De Maupassant ammirando la Landolina di Siracusa che appartiene allo stesso tipo iconografico, una variante della Venere marina (Afrodite Anadiomene). La statua, per la sua bellezza è uno dei pezzi più pregiati del nostro museo e la sua esposizione è un elemento di grande attrattiva per il museo”.

Nel settembre del 2005 la statua è stata esposta a Trapani in occasione dell’America’s Cup, nella Mostra “L’isola del mito”.

A gennaio 2008, la Venere è andata in esposizione a Bonn per la Mostra “Sicilia. Impronte del mito da Ulisse a Garibaldi” al Kunst und Ausstellungshalle der BDR dove, con ampia risonanza mediatica, è stata rimessa in piedi con piedistalli di acciaio realizzati dalle maestranze di quel museo.
Ritornata a Marsala, la statua è rimasta esposta nel Museo Lilibeo fino all’inverno dello scorso anno, quando è stata rimossa a causa di problemi al piano pavimentale della teca.
Adesso, su impulso dell’assessore Alberto Samonà, i problemi strutturali sono stati risolti e la scultura è finalmente tornata nella sua sede naturale per essere ammirata dai visitatori.

Piazza Universita  min

Samsung Innovation Camp: il progetto Muddika, di sei studentesse catanesi, selezionato per la finale nazionale.

di Samuel Tasca

 

Giunge al termine la quinta edizione del Samsung Innovation Camp, progetto che mira alla formazione di giovani studenti universitari nell’ambito delle competenze digitali con l’approfondimento di skills legate al Marketing e al Management.

A trionfare, tra gli oltre 374 studenti che hanno partecipato per l’Università di Catania, è un team tutto al femminile composto da Martina Bianchi (Global Politics and Euro-Mediterranean Relations, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali), Alice Borrata (Ingegneria informatica, Dipartimento di Ingegneria elettrica elettronica ed informatica), Agata Calì e Maria Claretta Ferlito (Scienze del testo per le professioni digitali, Dipartimento di Scienze Umanistiche), Vittoria La Russa (Beni culturali, Dipartimento di Scienze Umanistiche) e Angela Schillirò (Medicina e Chirurgia, Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialità Medico-Chirurgiche).

Agata Calì

Chiacchierando con le vincitrici cerchiamo di sapere cosa le ha spinte a partecipare alle selezioni per il Samsung Innovation Camp, nonostante i numerosi impegni?

«Tutte noi miriamo ad acquisire competenze trasversali che si discostano dai percorsi formativi tradizionali che abbiamo intrapreso. Cercavamo un’occasione per poterle applicare in un progetto concreto e metterci così alla prova fuori dalla nostra comfort zone. Conoscendoci, abbiamo poi scoperto di avere in comune un animo “irrequieto”: siamo impazienti di intraprendere nuove esperienze che possano saziare la nostra curiosità. Infine, è importante sottolineare che il corso vuole trasmettere skills digitali che possano rendere i nostri profili professionali maggiormente competitivi nell’attuale mercato del lavoro».

Quella del Samsung Innovation Camp, di fatto, rappresenta un’opportunità unica di formazione trasversale e un vero e proprio trampolino di lancio per il mondo del lavoro e dell’imprenditoria. Ma rappresenta anche un’importante occasione per mettersi alla prova da un punto di vista umano e relazionale, poiché bisogna da subito dimostrare di saper lavorare in team, nonostante non si conoscano preventivamente gli altri membri.

Vittoria La Russa

 

Vi siete trovate a dover collaborare da perfette sconosciute, come descrivereste questa esperienza?

«Si è trattato di qualcosa di totalmente inaspettato. I nostri timori iniziali riguardo all’incognita di dover collaborare con persone nuove per realizzare un progetto di valore in poco tempo sono stati totalmente annientati. Abbiamo creato una relazione basata sul confronto e mai sul controllo, fidandoci l’una dell’altra».

 

“Ognuna di noi ha apportato un valore aggiunto e ha dato un tocco personale al lavoro svolto, dando vita ad un risultato originale e completo” afferma Angela. “Sì, abbiamo lavorato bene insieme, ed il fatto di avere all’interno di un gruppo più competenze molto diverse tra loro è stato un vero vantaggio” aggiunge Claretta.

Qual è stata la difficoltà maggiore?

«Di certo, le difficoltà maggiori sono state legate al tempo e alla socialità. Per quanto riguarda il primo, non è stato semplice coniugare i propri impegni personali e professionali con quelli degli altri membri del gruppo e riuscire comunque a realizzare un progetto innovativo da zero in poche settimane. Per quanto riguarda l’aspetto relazionale, invece, l’attuale situazione di emergenza sanitaria e il distanziamento sociale non hanno facilitato gli incontri di persona e ci ha precluso la possibilità di conoscerci a fondo. Tuttavia, la nostra partecipazione a questo progetto ha rappresentato anche un’alternativa alle occasioni di socialità perse negli ultimi tempi».

Alice Borrata

 

Concentrate e determinate, nonostante le difficoltà queste ragazze sono riuscite a sviluppare un’idea vincente in linea con le richieste di questa edizione. Il tema principale indicato da Samsung è stato la valorizzazione del patrimonio naturalistico, artistico e culturale attraverso l’innovazione digitale. Un tema attuale e di fondamentale importanza per rilanciare uno dei settori maggiormente colpito dalla pandemia. Partendo da questo macro tema, il Comune di Catania, partner dell’iniziativa, ha commissionato un project work ai team composti dai 26 studenti selezionati per la fase finale territoriale. Finalità di questo progetto: promuovere attraverso il digitale le attrazioni culturali della città di Catania rendendole interessanti anche per i bambini.

Con questo fine ben specifico nasce Muddika, un’app che permetterà ai bambini di fruire del patrimonio turistico della città di Catania attraverso giochi e realtà virtuale. I piccoli utenti, infatti, saranno guidati e accompagnati da un simpatico elefantino di nome Lele, mascotte del progetto, e incontreranno nel loro percorso diversi altri personaggi tra i quali persino il celebre compositore, orgoglio della città, Vincenzo Bellini.

Angela Schillirò

Quali sono i punti di forza della vostra idea che, secondo voi, vi hanno permesso di accedere alla finale?

«Senza dubbio, il fatto di aver messo al centro dell’attenzione il territorio di Catania e di aver svolto un accurato studio di un target complesso come quello dei bambini. Inoltre, crediamo che un ulteriore punto di forza dell’idea sia legato proprio al team stesso».

“Credo di parlare a nome di tutte quando dico che una delle chiavi di riuscita è stata la nostra scelta di adottare una sorta di “leadership circolare”: non abbiamo stabilito nessuna gerarchia precisa, tutte siamo state coinvolte equamente lavorando in maniera consapevole degli ambiti di competenza di ciascuna di noi” spiega Martina.

Martina Bianchi

 

Come vi sentite adesso che siete state selezionate per rappresentare l’Università di Catania nella finale nazionale?

«Siamo decisamente orgogliose e felici di questo primo traguardo».

“In tempi in cui si parla tanto di vaccini, questa è stata una vera dose di autostima” afferma Agata.

“Senza dubbio la conferma delle proprie capacità fa sempre piacere, soprattutto dopo un’esperienza di questo livello” aggiunge poi Alice.

Studentessa-Maria-Claretta-

La finale nazionale si terrà a Milano e a sfidarsi per la vittoria, oltre all’Università di Catania, ci saranno i progetti vincitori selezionati dalle Università degli Studi di Perugia, del Piemonte Orientale, di Trento e di Verona. Una sfida impegnativa per la quale le nostre brillanti studentesse hanno già iniziato a prepararsi.

Non ci resta, quindi, che augurargli un grosso in bocca al lupo, sperando di poter veder presto realizzata un’idea innovativa come Muddika, che potrebbe senz’altro rappresentare un ottimo esempio da replicare anche in altre città e regioni.

Buccheri Casa del Fanciullo min

A Buccheri un nuovo museo dedicato agli antichi mestieri

Buccheri (Sr) – Un nuovo museo nel Siracusano. Una nuova esposizione che andrà ad arricchire l’Ecomuseo degli Iblei, gestito dalla Rete museale degli Iblei. Si tratta dell’esposizione etnoantropologica a carattere permanente, che presto diverrà un museo, denominato Museo degli antichi mestieri, inaugurato nel palazzetto di pregio storico Casa del Fanciullo. All’apertura hanno partecipato il sindaco di Buccheri, Alessandro Caiazzo, il presidente e la direttrice dell’Ecomuseo degli Iblei, rispettivamente Paolino Uccello e Cetty Bruno (la quale ha curato l’iniziativa), il curatore dell’esposizione, Francesco Vacirca, e l’etnoantropologo Luigi Lombardo.

Si concretizza così uno degli obiettivi della Legge n. 16/2014 della Regione siciliana che istituisce gli Ecomusei di Sicilia, riconoscendone 13 in tutto il territorio isolano. In provincia di Siracusa è l’Ecomuseo degli Iblei a operare per la salvaguardia e la valorizzazione dell’imponente patrimonio culturale di questa porzione di territorio, imponendo a dirigenti e operatori coinvolti un impegno forte e deciso, ma soprattutto pieno di passione, volto a sensibilizzare le comunità che ne fanno parte verso la tutela e il recupero dei beni materiali e immateriali.

“Le finalità – chiariscono il presidente Paolino Uccello e la direttrice Cetty Bruno – sono insomma tese a rafforzare quel senso di appartenenza che rende stabili ed equilibrati i percorsi intrapresi e a favorire grandi possibilità di sviluppo economico”.

Su queste traiettorie si è mossa la Rete Museale degli Iblei, con il sostegno del sindaco di Buccheri, Alessandro Caiazzo, che ha concesso il pregiato edificio in pieno centro storico, e la passione di Francesco Vacirca, ricercatore ed estimatore delle tradizioni popolari, che ha raccolto e conservato oggetti a testimonianza delle attività del popolo ibleo, come antiche maioliche di Caltagirone, divise tra formine per la marmellata, piatti, quartare, brocche e giare. Per quanto riguarda l’arte sacra, sarà possibile ammirare una ricca collezione di santini antichi, statuine, un crocifisso del ‘600 in cartapecora e quadri della religiosità popolare. Fulcro della collezione sono senza dubbio i numerosi attrezzi che testimoniano le tecniche artigianali tipiche dei paesi di montagna, come la lavorazione della pietra lavica, attrezzature da falegname con banchi, un tornio in legno a pedali, pialle, seghe, scalpelli e tutto l’occorrente per impagliare le sedie e fare il sapone in casa. Un settore molto completo è quello della tessitura, con telai databili tra il ‘700 e l’800, e gli strumenti per l’orditura e la cardatura della lana e i relativi manufatti, che testimoniano l’operosità delle donne iblee. “Un ringraziamento – precisa il curatore Francesco Vacirca – va pure al mastro muratore e scalpellino buccherese Gaetano Amato, per le donazioni elargite al museo”.

Il museo di Buccheri farà parte del circuito dei musei della Rete museale che si sviluppa con il Museo Tempo a Canicattini Bagni, il Museo Nunzio Bruno a Floridia e il Parco dell’Anima a Noto. Poi sale per Palazzolo Acreide con il Centro espositivo museale delle tradizioni nobiliari, il Museo documentaristico dell’altipiano Ibleo di Cassaro e l’Esposizione parrocchiale “Casa della memoria” di Ferla, per finire a Sortino con l’Antiquarium del Medioevo sortinese, il Museo civico dell’Opera dei pupi, l’Esposizione permanente del carretto siciliano Rio e il Laboratorio di ceramiche artistiche La Faience delle Sorelle Marino.

Copertina

Capo d’Orlando, si presenta domenica 31 ottobre a Villa Piccolo “Bonjour Casimiro”, il libro di Alberto Samonà che racconta l’universo di Casimiro Piccolo e dei “Gattopardi siciliani”

Comunicato stampa

Si presenta domenica 31 ottobre alle 17.30 a Villa Piccolo (Strada Statale 113, km. 109 Capo d’Orlando) “Bonjour Casimiro”, il libro di Alberto Samonà, pubblicato per Rubbettino Editore, che racconta l’universo di Casimiro Piccolo, pittore e fotografo di rara sensibilità, e i luoghi in cui vissero i baroni di Calanovella, questi originali “Gattopardi siciliani” che a partire dai primi anni Trenta lasciarono per sempre Palermo e i salotti ovattati della nobiltà cittadina, per trasferirsi nella villa di famiglia sulle colline di Capo d’Orlando. La Villa dove è in programma, appunto, la prima presentazione di questo libro di Samonà.

Qui nacque una nuova pagina di storia per questa famiglia, che Casimiro Piccolo, il poeta Lucio Piccolo e la sorella Agata Giovanna, esperta di botanica, scrissero insieme alla madre, Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò. Nel libro, a più riprese appare anche la figura di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, cugino dei Piccolo che amava soggiornare nella villa orlandina per ritrovare qui quella perduta atmosfera familiare e cercare spunti per “Il Gattopardo”, il grande capolavoro letterario del Novecento.

Alla presentazione parteciperanno il presidente della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, Andrea Pruiti Ciarello, il professore Andrea Giuseppe Cerra e la giornalista Milena Romeo. Sarà presente l’Autore. L’ingresso è gratuito nel rispetto delle norme anticovid.

Un libro che appare una sorta di ibrido fra un romanzo e un saggio, con diverse parti narrative e visionarie e altre descrittive della storia di quel mondo aristocratico siciliano nel quale i Piccolo si incastonano. “Bonjour Casimiro” ha come sottotitolo “Il barone e la villa fatata” e presenta, appunto, questa commistione di stili voluta dall’autore quasi come gioco letterario, corroborato dalla presenza di una bibliografia finale di riferimento. Ed è un attraversamento delle regole ordinarie spazio-temporali, con incontri e contesti di riferimento impossibili e il disvelarsi graduale di una verità che sovrappone realtà e mondi onirici o forse paralleli. Nel volume di Samonà non mancano infatti immagini fantastiche o “mitiche” – le stesse espresse da Casimiro Piccolo nei suoi acquerelli – che si traducono nell’apparizione di gnomi, ninfe, maghi, folletti e di altri spiriti della natura. Il libro appare, dunque, come un viaggio fra vicende di tempi andati e dimensione contemporanea, che mette insieme reale e visioni immaginifiche, a volte surreali, nelle quali il narratore si confonde a più riprese con il protagonista del libro, quasi fosse il suo “doppio”.

Alberto Samonà, scrittore e giornalista, per un decennio è stato consigliere della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella che ha sede proprio nella storica Villa Piccolo, dove la vicenda è ambientata. Da maggio 2020 è assessore della Regione Siciliana con delega a Beni Culturali e Identità Siciliana, anche se il libro è stato scritto nel periodo immediatamente precedente, quello del cosiddetto “primo lockdown” .

Courti PouillatFaytout Pettineo Macellaro La Franca e Di Franco

Un ponte tra la Sicilia e la Fracia. Consegnati a Bordeaux i premi Solunto Award a importanti personalità francesi

di Omar Gelsomino

 

Creare un ponte tra la Sicilia e la Francia. È questo l’obiettivo del progetto “Classique e Solunto Award – France”  con la consegna del premio internazionale Solunto Award France avvenuta presso il Castello di Château Ségur a Bordeaux. 

La manifestazione realizzata dall’istituzione culturale “Maison France – Italie” con sedi a Palermo e Bordeaux e rappresentata dal presidente Giuseppe Di Franco ha visto la consegna dell’ambito trofeo a cinque personalità tra le quali: alla vice presidente del Senato francese Nathalie Delattre; al direttore dell’Operà di Bordeaux; all’avvocato Alexandre Chretien; al consigliere della Città di Bordeaux Francis Faytout e al compositore Laurent Couson. 

Inoltre sono state consegnate alcune onorificenze e targhe ad altre importanti personalità: al fotografo Benoit Courti; al consigliere regionale Jannick Boutot; ai direttori di coro Marie Chavanel e Alexis Duffaure, al soprano Lea Froute; al comandante della Polizia locale Romeo Dos Santos; la presidente dell’associazione Les Gratuits – Gironde Solidarieté Cecilia Fonseca e il presidente dell’associazione Art Melioration Jacques Vogel.

Alla manifestazione erano presenti diverse personalità e i rappresentanti dell’istituzioni francesi e italo – francesi tra le quali: il Console Onorario Italiano a Bordeaux, Dott. William Pettineo ed Eric Pouillat, deputato nazionale francese oltre ai componenti del  consiglio direttivo di Maison France Italie, il presidente Giuseppe Di Franco, la vice presidente Maria Luisa Macellaro La Franca e il consigliere M° Salvatore Caputo.

«Con la realizzazione di questo progetto – spiega Giuseppe Di Franco, presidente di Maison France Italié – intendiamo rilanciare i rapporti culturali e socio culturali tra la Sicilia e la Francia nel periodo di post pandemia, nonché creare un gemellaggio storico archeologico tra Palermo, Solunto e Bordeaux, dove tra l’altro sono presenti i resti di un importante anfiteatro romano il Palazzo di Gallieno».

bozzi cacciatore estate

Francesco Bozzi ritorna con le nuove avventure del Commissario Mineo.

di Samuel Tasca

 

È una calda sera di luglio quando decido di concedermi con alcuni amici una birra ghiacciata in una piazzetta di Catania. Avvicinandomi sento della musica; un pubblico che ride divertito; qualcuno al microfono sta parlando di un certo Commissario Mineo con un accento palermitano… 

È così che, in maniera assolutamente casuale, mi ritrovo ad assistere alla presentazione del nuovo romanzo di Francesco Bozzi (autore televisivo, radiofonico e sceneggiatore), “Il giallo del gallo. Le nuove involontarie indagini del Commissario Mineo”, edito da Solferino Editore.

Analizziamo il titolo: “Il giallo del gallo”, quindi il genere è decisamente un giallo, anche se il gallo mi lascia un po’ perplesso. “Le nuove…” proprio così, questo romanzo segue il precedente “L’assassino scrive 800A” pubblicato da Solferino Editore nel 2020 nel quale per la prima volta veniva presentata ai lettori la contorta figura del Commissario Mineo. E infine, “involontarie indagini” poiché, è giusto sapere che il bizzarro detective di Bozzi ha solo un unico desiderio nella vita: leggere la sua “Gazzetta dello Sport”. Pertanto, tutto ciò che possa distrarlo da questa sua attività, compresi i delitti che vengono commessi tra i comuni di Cinisi e Terrasini, nei quali vengono ambientate le vicende, sono per lui un’enorme scocciatura.

Eppure, in maniera del tutto inaspettata, con ragionamenti assolutamente non lineari ispirati da folgorazioni momentanee, e grazie all’ausilio di un super udito che è un po’ il super potere del nostro protagonista, questi riuscirà, in un modo o nell’altro, a risolvere i suoi casi, se non altro per poter tornare a leggere la sua adorata Gazzetta.

 

«Non pensavo di scrivere questo personaggio, in realtà mi è venuto così», mi racconta il suo autore, che con la sua simpatia e la sua parlantina riesce a coinvolgerti, a divertirti e a mandare completamente all’aria la scaletta dell’intervista che hai preparato. «In realtà – continua – da novello dottor Frankenstein, ho creato il mio piccolo mostro mettendo dentro un po’ delle mie psicosi e nevrosi e un po’ di quello che osservo a Cinisi e Terrasini che sono due comuni che adoro e nei quali ritorno ogni volta che posso. Sono uno che scannerizza tutto e poi lo butta dentro al suo personaggio che un po’ incarna il siciliano tipico della Sicilia occidentale: un po’ pigro e indolente, nel quale noi palermitani, me per primo, possiamo riconoscerci».

Così, Francesco Bozzi ci guida attraverso i quattro racconti che fanno parte di questo nuovo libro. 

Parlando del gallo che tanto mi aveva incuriosito mi dice: «Un mio amico pittore, Nicola Pucci, vive in un appartamento al centro di Palermo con un gallo e una gallina. Siamo amici dai tempi della scuola. Potevo non farlo morire?» Inizia, infatti, con questo delitto il primo racconto de “Il Giallo del Gallo”, proseguendo con un altro caso ispirato, anche questo, da un’esperienza reale dell’autore. «Il secondo racconto è basato tutto sugli anagrammi. Io sono fissato con i giochi di parole», rivela Bozzi.  «È capitato che l’anno scorso dessero la Turandot qui a Terrasini. Io, passando, vidi che “turandot” era l’anagramma di “ruttando”. Questa è stata la base di partenza per costruire un nuovo capitolo basato sui giochi di parole»

Da qui, il libro continua seguendo il Commissario Mineo alle prese con un vampiro e poi con l’ormai noto imbrattatore seriale che dissemina graffiti riportanti la scritta “800A” in giro per la città. «Questo racconto unisce entrambi i libri e attraversa tutti i casi narrati creando un “giallo nel giallo” che fa da filo conduttore con questa parola tipicamente siciliana che inizia per S e finisce per UCA», descrive l’autore.

Per chi non lo avesse colto, lascerò che scopriate tra le pagine di questi romanzi, il nesso tra 800A e questo termine prettamente siculo che l’autore definisce un vero e proprio “approccio alla vita, democratico che mette tutti sullo stesso livello”. 

Racconti ironici, inusuali e a volte talmente bizzarri da risultare reali vi aspettano e vi accompagneranno alla scoperta di un angolo della Sicilia che merita di essere esplorato e valorizzato al pari degli ormai famosi “luoghi di Montalbano”. Risultato che potrebbe essere presto raggiunto in vista delle riprese che inizieranno l’anno prossimo e che trasformeranno le avventure del Commissario Mineo in una serie televisiva (o magari una serie Netflix).

Se è una lettura da portare con voi sotto l’ombrellone che state cercando, che vi intrattenga mentre tentate disperatamente di rilassarvi nonostante il caldo soffocante di quest’estate, allora “Il Giallo del Gallo” potrebbe essere il libro adatto a voi. Oppure, seguite il consiglio del Commissario Mineo a dedicatevi a una profonda e appassionata lettura de La Gazzetta dello Sport.

Alice Valenti

L’Opera dei Pupi Siciliani sulle tavole di tutta Italia

Comunicato stampa

I colori caldi della Sicilia, la tradizione antica e leggendaria dell’Opera dei Pupi, Patrimonio orale e immateriale dell’Umanità, arrivano sulle tavole degli italiani. L’artista siciliana Alice Valenti, formatasi nel prezioso laboratorio artigianale del maestro Domenico Di Mauro, dove ha appreso la tecnica delle decorazioni dei carretti siciliani, ha sviluppato un progetto artistico per valorizzare la Sicilia e il suo olio. La pittrice è stata scelta dall’azienda siciliana Bonolio sas nell’ambito dell’operazione di rebranding delle referenze di olio di tutto il portfolio. 

“Ogni olio un Paladino. Ogni Paladino un carattere. Ogni carattere un gusto” spiega l’artista che ha accoppiato i paladini in base alle peculiarità dell’olio differenziando anche i colori. 

La saggia e cortese regina Galerana è stata scelta per l’equilibrato Val di Mazara Dop; il forte e astuto re di Saragozza Marsilio per il moderato Valle del Belice Dop; la bella e valorosa  guerriera Bradamante per l’amabile Igp Sicilia; il nobile e generoso imperatore Carlo Magno per l’armonioso olio extravergine l’Italiano Filtrato e Non Filtrato; il puro e audace guerriero Ideo per il fresco olio extravergine Novello Non Filtrato; il coraggioso e sincero Orlando per il vigoroso olio extravergine Selezione Bono. 

“Alla base di questo progetto c’è la volontà di sottolineare il forte legame con la Sicilia, con il territorio e con la tradizione siciliana -spiega Carmelo Zagarrì, direttore commerciale e marketing della società Bonolio sas -. Le nuove etichette non lasciano dubbi: il consumatore identificherà il nostro olio con la sua terra di origine, ossia la Sicilia”. 

“Bonolio produce il 12% dell’Igp Sicilia e il 90% della Dop Val di Mazara -spiega Salvatore Bonolio, Co Owner Bono, Head of Quality Department Bonolio-. L’olio è il frutto dell’impegno, della passione e dell’amore di chi lo produce”. 

L’esperienza olearia di Bonolio, con sede a Sciacca (Ag), ha una storia antica che risale al 1934, avviata da Michele Bono. Nel 1960 il figlio Vincenzo sviluppò la distribuzione dell’olio in Sicilia e, negli anni Settanta, diventò fornitore di olio siciliano sfuso delle principali aziende olearie italiane. L’azienda è gestita dal 1985 dai figli Michele. Damiano, Giuseppe e Salvatore.