Maria Gabriella Capizzi, l’imprenditrice illuminata
Articolo di Omar Gelsomino Foto di Salvo Puccio
Tutti sappiamo che Siracusa ha dato i natali ad Archimede, uno dei più grandi scienziati e matematici della storia, ma pochi conoscono il Museo Leonardo da Vinci e Archimede, voluto da una donna determinata, appassionata d’arte e di cultura. Maria Gabriella Capizzi, responsabile del Museo e presidente del Comitato Scientifico, dell’arte ne ha fatto una missione.
Come si descriverebbe?
«Un’imprenditrice “illuminata”, creativa, ribelle e senza pregiudizi, che crede nella possibilità di creare valore per noi e per gli altri. Una donna appassionata di arte e di cultura, caparbia, determinata, che adora il suo lavoro. Mi ritengo una filantropa e, in un’ottica imprenditoriale, vorrei essere d’esempio per molte donne. E come una grande amante dei due geni cui è dedicato il mio museo: Leonardo da Vinci e Archimede».
Come nasce l’Associazione Culturale Leonardo da Vinci Arte e Progetti?
«Nel 2009, con le macchine della Niccolai Teknoart SNC, decisi di diffondere anche in Sicilia l’eredità di Leonardo. Il viaggio in Sicilia, dopo un lungo stage a Firenze, dove risiede la famiglia Niccolai, durò circa tre anni. L’esposizione concretizzò tre tappe: Noto, Taormina e Catania, prima di fermarsi a Siracusa. Rapita dalle bellezze di questa città, nel 2014 realizzai una mostra di modelli leonardiani assieme a quelli archimedei nella splendida Isola di Ortigia, all’interno del settecentesco palazzo dell’Ex Convento del Ritiro. Ebbe così inizio questo percorso museale».
Cosa l’ha colpita di due geni come Leonardo e Archimede?
«Con Leonardo fu amore a prima vista. Lo ricordo come se fosse oggi, ed ebbi una sorta di sindrome di Stendhal, proprio a Firenze, in estasi sotto l’aliante. Con il passare del tempo mi sentii sempre più legata a lui, innamorata della sua personalità: obiettiva, aperta al mondo, volta all’azione, tanto riservata, persino con se stesso, da renderne impossibile una definizione. Mi sento una sua allieva, un suo discepolo e serva di questa cultura, accolgo Archimede con lo stesso amore. In fondo è stato Leonardo a condurmi da lui».
Quanto c’è di geniale in lei?
«Non esiste il femminile di genio, ma esistono donne geniali. La bellezza fisica in quanto materia è la parte più bassa della donna, la vera bellezza risiede nella mente. Il genio al femminile punta a valorizzare alcune caratteristiche proprie delle donne, come l’empatia, l’intuizione, la creatività e in questo mi sento geniale. Di geniale ci sono le mie fonti d’ispirazione a cui sono legata sin da bambina. Da Ipazia, la più famosa martire del pensiero libero, a Colette, giornalista, scrittrice icona dei movimenti femministi».
Perché decide di tornare in Sicilia?
«L’esperienza a Firenze, lo stage al Museo Internazionale della Macchine di Leonardo da Vinci della famiglia Niccolai mi aprì un mondo tutto nuovo e compresi che era necessario farmi carico di tutto il progetto e portarlo in Sicilia. Decisi perché era lì la mia vita, perché amo la mia isola e perché non l’avrei mai abbandonata».
Quali sono le iniziative in itinere?
«Il 2019 sarà un anno molto ricco per il museo perché il 2 maggio si celebrerà il cinquecentesimo anniversario della morte di Leonardo. Tutto il mondo festeggerà il genio toscano con mostre ed eventi e il museo siracusano farà altrettanto. Posso anticipare che organizzeremo alcune di queste celebrazioni in Norvegia, a Stavanger, dove il prossimo autunno si terrà un convegno sul tema che sarà al centro di una mostra prevista nel 2020 nella città norvegese: “Da Archimede a Leonardo, acqua fonte di vita”. Ovviamente non mancheranno iniziative a Siracusa, sede del museo».