Tag Archivio per: cannolo

Sicilia da record

di Alessia Giaquinta,

foto di Lorenzo Monaco, Samuel Tasca, Luca Triptico

Unica, bellissima e con attrazioni da record. La Sicilia è terra di profumi e colori unici, è la patria dell’antico filosofo Empedocle, è la terra del geniale Archimede, è il luogo dove – secondo leggenda – Plutone rapì Proserpina alla madre e così nacquero le stagioni. È in quest’isola, piena di contraddizioni, che mito, arte e storia si incontrano ad ogni passo, fondendosi con la poesia degli incantevoli paesaggi e regalando, quotidianamente, emozioni e suggestioni da guinness.

E visto che parliamo di primati, eccovene alcuni:

 

L’AREA ARCHEOLOGICA PIÙ GRANDE AL MONDO

Costellata da possenti mandorli e ulivi centenari, la Valle dei Templi di Agrigento è un luogo unico per storia, ricchezza di reperti e dimensioni. Coi suoi 1300 mq di estensione è l’area archeologica più grande al mondo e una delle testimonianze meglio conservate dell’antichità. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997, è sede di uno straordinario complesso di templi dorici, risalenti al V secolo a.C., di santuari rupestri, fortificazioni, necropoli, agorà e opere idrauliche dell’antichità, capaci di regalare al visitatore un’atmosfera suggestiva senza pari.

 

IL PIÙ GRANDE E COMPLESSO OROLOGIO MECCANICO

Si trova a Messina, in piazza Duomo, ed è incorporato nel maestoso campanile che affianca la Cattedrale. Fu costruito dalla ditta Ungerer di Strasburgo nel 1933 e, tutt’oggi, costituisce la principale attrattiva della città. Allo scoccare di mezzogiorno, infatti, il complesso meccanismo si attiva consentendo alle statue automi, in bronzo, che si trovano sulla facciata di muoversi sullo sfondo sonoro dell’Ave Maria di Schubert. Lo spettacolo, che ogni giorno richiama centinaia di turisti, dura complessivamente 12 minuti.

LA CASA PIÙ STRETTA AL MONDO E IL BALCONE PIÙ LUNGO

Anche l’architettura civile presenta delle peculiari unicità. A Petralia Sottana si trova la cosiddetta “Casa du currivu” (casa del dispetto) che ha la fama di essere la casa più stretta al mondo. Pensate che è larga solamente un metro ed è stata costruita, a metà del secolo scorso, con lo scopo di fare sfregio al proprietario dell’abitazione dirimpettaia, oscurandogli la vista del panorama. Insomma: un dispetto da guiness!

Il balcone barocco più lungo, invece, si trova a Palazzolo Acreide. Sorretto da 27 buffi mascheroni – ognuno con un’espressione diversa dall’altra e aventi la funzione di allontanare la sfortuna e gli spiriti maligni – e coi suoi 30 metri di lunghezza, la balconata di Palazzo Judica – Cafici (oggi Caruso) è un altro record da attenzionare.

 

IL CANNOLO PIÙ LUNGO

Ne è stata comunicata l’ufficialità da pochissimo: a Caltanissetta, l’11 settembre scorso è stato prodotto il cannolo più grande al mondo. Pensate che la sua lunghezza era di 21 metri e 43 centimetri ed è stato farcito “solamente” con settecento chili di ricotta. Ho utilizzato i verbi al passato perché, come potete intuire, il cannolo da guinness è stato immediatamente consumato dalle migliaia di persone presenti all’evento che è stato patrocinato dalla Regione Sicilia, Sac Società Aeroporto Catania, dalla ProLoco e dalla Camera di Commercio di Caltanissetta.

 

IL PRIMO BIKINI DELLA STORIA

Proprio così. In Sicilia il celebre due pezzi era già in voga tra il I e il II secolo d.C. A testimoniarcelo sono i meravigliosi mosaici della Villa Romana di Piazza Armerina. Insomma il moderno bikini, la cui invenzione si fa risalire al sarto francese Louis Réard, nel 1946, in Sicilia era già una vecchia storia!

banner-cibi-da-oscar

Piatti e cibi siciliani da Oscar


di Alessia Giaquinta

Gesù, gli arancini di Adelina! Li aveva assaggiati solo una volta: un ricordo che sicuramente gli era trasùto nel Dna, nel patrimonio genetico”,

Andrea Camilleri ne “Gli Arancini di Montalbano”.

La raccolta di racconti, trasposta poi in buona parte sul piccolo schermo nelle serie tv “Il Commissario Montalbano” e “Il Giovane Montalbano”, prende il titolo dal piatto forte di Adelina, la cammarera del Commissario, che in procinto del Capodanno lo delizia con uno dei suoi piatti forti: gli arancini, appunto.

commissario montalbano
L’ espressione di estatica goduria assunta dal protagonista sin dal primo morso dato all’arancino è ben nota a coloro che conoscono il gustosissimo sapore di questo cibo tradizionale a cui è veramente difficile resistere. Ed è proprio così che i profumi e i sapori della cucina siciliana hanno raggiunto il vasto pubblico televisivo e cinematografico: attraverso le pellicole, le dettagliate inquadrature, le espressioni estasiate dei personaggi che ne hanno fomentato la curiosità e l’ interesse.

Come non ricordare, a tal proposito, il maestoso timballo di maccheroni, protagonista della tavola nel celebre film di Luchino Visconti “Il Gattopardo”, o ancora le ricche tavolate imbandite con cura dove non mancano mai il vino, i maccheroni al sugo e altre prelibatezze, del film “Il Padrino” di Francis Ford Coppola.

È qui che si coglie l’ essenza della Sicilia: i piatti ricchi, abbondanti e assai conditi, proposti per ogni occasione (dai pasti quotidiani alle cerimonie, alle veglie funebri) raccontano la prosperità di una terra che ha inglobato nei cibi la vasta e variegata storia di dominazioni e scambi culturali che è al centro della sua storia e che è il cuore della sua identità.

Anche nel film “Quei bravi ragazzi” di Martin Scorsese, i protagonisti siciliani fanno della tavola un vero e proprio rito da onorare nel migliore dei modi, e così spaghetti, pane fresco, salumi, conserve, formaggi e persino aragoste arricchiscono i pranzi dei personaggi, finanche in carcere.

Una scena cult del film “Il Padrino” insegna che, qualsiasi cosa accada, non bisogna mai dimenticare i cannoli. È sempre in questo capolavoro cinematografico degli anni ‘70, che il personaggio Peter Clemenza consiglia a Rocco (che ha appena ucciso Pauline): “Lascia la pistola, prendi i cannoli”.

cannolo

E tornando al Commissario più amato d’Italia, nell’episodio “Il Campo del vasaio” assistiamo alla scena, a tratti buffa, dell’irrefrenabile golosità di Montalbano innanzi ad un vassoio di cannoli: mentre attende l’arrivo del dottor Pasquanò, infatti, scorge sulla scrivania un tabbarè (vassoio, ndr) con i tipici dolci alla ricotta e non resiste alla tentazione di mangiarne uno. Così come la pasta ‘ncasciata, uno dei piatti preferiti del Commissario, un particolare tipo di pasta al forno che però viene cotta direttamente nella pentola, tipica del territorio messinese.

È anche in questo modo che la tradizione di una terra si manifesta, si rinvigorisce e si perpetua, oltre a legarsi ancor più al territorio di cui è essa stessa espressione. Sono tantissimi i turisti che raggiungono la Sicilia per assaggiare gli arancini di Montalbano, i cannoli tradizionali, la pasta ‘ncasciata o semplicemente per essere protagonisti dell’abbondanza delle tavolate siciliane.

La televisione, il cinema e la comunicazione audiovisiva possono considerarsi una spinta motivazionale per i viaggiatori. È mediante queste che un territorio può uscire dall’isolamento turistico e farsi apprezzare non solo per le sue bellezze paesaggistiche e peculiarità architettoniche ma anche per i suoi cibi e i suoi prodotti tipici.

Serve allora potenziare sempre più, e sempre meglio, questo legame che – se incorrotto da stereotipi e banali cliché – può considerarsi una delle migliori strategie di marketing per la promozione della nostra terra.

 

cannolo

Il cannolo: il re della pasticceria siciliana

Articolo di Angela Fallea

 

Sigmund Freud diceva: “La Sicilia è un’ orgia inaudita di colori, di profumi, di luci”. Vivere qui significa davvero essere privilegiati: si può godere di un clima sempre mite, di paesaggi mozzafiato, di monumenti, di storia, di persone e dulcis in fundo di cibo, dal salato al dolce. E c’è un dolce che incarna perfettamente l’essenza dell’Isola e l’animo di un siciliano. Scorza croccante e ripieno morbido, è il cannolo siciliano.

Re della pasticceria siciliana, il cannolo siciliano è entrato a pieno titolo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Il primo ad accennarne le origini fu Marco Tullio Cicerone, che nel 70 a.C. dopo un viaggio in Sicilia, raccontò del “Tubus farinarius dulcissimo edulio ex lacte fartus”, ovvero di un cannolo ripieno. Si narra però, che le sue origini siano da attribuire alla città di Caltanissetta (dall’arabo “Castello delle donne”): lì nel periodo della dominazione araba vivevano gli emiri che possedevano harem ricchi di donne e queste, per soddisfare i loro piaceri, erano solite dedicarsi alla preparazione di molte pietanze, tra le quali il cannolo. Con l’arrivo dei Normanni, gli harem si svuotarono e le donne si convertirono al Cristianesimo abbracciando la vita di clausura. La tradizione culinaria araba rimase e nei conventi della città di Caltanissetta si continuarono a produrre i cannoli.

Col tempo vennero messe a punto diverse ricette, con altrettante varianti a seconda della provincia. C’è chi utilizza il caffè nell’impasto, c’è chi usa il vino, c’è chi aggiunge la zuccata, c’è chi setaccia la ricotta, c’è chi mette granella di pistacchio per guarnirli. Sebbene sia nato a Caltanissetta, il cannolo siciliano deve gran parte della sua fama ai pasticcieri palermitani che hanno dedicato a questo dolce straordinario studio e grande celebrazione: dalla “Sagra del Cannolo Siciliano”, al “Cannoli & Friends”, che si svolge nella splendida cornice di Piana degli Albanesi. Se volete prepararli a casa, non posso che consigliarvi questa ricetta.

Per la buccia (scorza):
250 gr. farina 00,
50 gr. strutto,
30 gr. zucchero,
1 uovo,
1 cucchiaio di cacao amaro,
30 ml Marsala,
30 ml aceto,
un pizzico di sale.

Per il ripieno:
750 gr. ricotta di pecora,
300 gr. zucchero,
100 gr. gocce cioccolato fondente,
cannella q.b.

Procedimento:
Impastare farina, strutto, zucchero, uovo, cacao, marsala, aceto e sale ottenendo un impasto dalla consistenza compatta ed elastica. Far riposare in frigo un paio d’ore, coperto da pellicola. Successivamente stendere col matterello l’impasto e con uno stampo tondo creare dei cerchi da 8/10 cm di diametro. Adagiare i cerchi sui cilindri d’acciaio (un tempo si usavano le canne) facendo aderire bene le due estremità, così il cannolo non si aprirà in cottura. Scaldare l’olio di arachidi (o lo strutto) e friggere.

Per il ripieno:
Amalgamare ricotta (precedentemente privata totalmente del siero), zucchero, gocce di cioccolato e cannella. Riempire i cannoli con la ricotta, aggiungendo frutta candita e zucchero a velo.

Adesso siete pronti per un viaggio alla scoperta della Sicilia, per visitarla in lungo e in largo, per assaporare tutte le sue specialità e per perdervi nei suoi profumi e nella sua immensa bellezza.