Street Food Siciliano. Hai mai sentito il palato esultare?
di Giulia Monaco, Foto di Gaia Corselli, Federica Gorgone e Marsala Food Porn
Non puoi dire di aver visitato la Sicilia se insieme agli occhi e al cuore non ha esultato anche il tuo palato. Provare lo street food siciliano è un’esperienza memorabile: quando ci si aggira per le vie delle città, è impossibile non lasciarsi conquistare da profumi inebrianti che provengono da qualche moto-ape appostata all’angolo, dietro alla quale armeggia un venditore ambulante, una figura ibrida tra un alchimista e un incantatore di serpenti che saprà conquistarti in un attimo sventolandoti davanti al naso una delle sue prelibatezze. Ma quali sono le specialità che non devi assolutamente perderti se vieni giù in Sicilia? L’elenco potrebbe non finire mai, ma intanto restringiamo il campo a sei. Al prossimo viaggio ci sarà sempre tempo per lasciarsi ispirare da nuovi gusti e sapori.
Arancina/o
Iniziamo con lei! (o lui?) La regina! (o il re?) del Made in Sicily. È una palla di riso fritta, dalla panatura croccante, e malgrado oggi venga condita con ogni tipo di farcitura, le varietà tradizionali sono due: alla carne (con tritato di carne e piselli) e al burro e prosciutto. Fa’ attenzione a come la chiami, perché gli ultras dell’arancina-gender sono molti di più di quanto pensi! In Sicilia occidentale è di forma tonda e ricorda un’arancia, a cui deve il nome (l’ha detto anche la Crusca!), per cui l’arancina è “fimmina”. In Sicilia orientale ha invece una forma appuntita che ricorda un po’ la vicina Etna. Qui l’arancino è “masculo”. Insomma: femmina, maschio, ci importa davvero? È un’esplosione di gusto, godiamocela tutta.
Sfincione
Pietra miliare dello street food, “u sfinciuni” può essere definito come la “pizza palermitana”. Si tratta di una sorta focaccia di pasta bianca condita con sugo di pomodoro, acciughe, caciocavallo, cipolla, origano e pan grattato. L’impasto alto dalla consistenza sofficissima ricorda la forma e la morbidezza di una spugna, tanto è vero che è al termine latino spongia che deve il suo nome. Di lambrette di “sfincionari” sono piene strade e viuzze del capoluogo siculo, impossibile non lasciarsene conquistare.
Pane e panelle
Le panelle si ottengono dalla farina di ceci, vengono fritte al momento in olio di semi bollente e servite dentro una pagnotta morbida di pane bianco dalla crosta ricoperta di sesamo. Prima di addentarla, è d’obbligo una copiosa spruzzata di limone. Insieme alle panelle, il panellaro ti offrirà sicuramente anche le crocchè (crocchette di patate), con cui formano un binomio imbattibile.
Pane ca’ meusa
Altro must del cibo da strada palermitano, il famigerato pane con la milza, che si prepara con frattaglie di milza e polmone di vitello bollite e poi fritte nello strutto. Prima di servirvela vi chiederanno “Schetta o maritata?”, laddove la “maritata” rappresenta la versione accompagnata da scaglie di caciocavallo e ricotta grattugiata. Buon appetito!
Pane cunzato
Se ti trovi nella provincia trapanese, non puoi esimerti dall’assaggiare il delizioso pane cunzato. Letteralmente si traduce con “pane condito”, ma niente a che vedere con un banale panino imbottito: il pane, intanto, è di per sé una sinfonia: casereccio, cotto a legna e dalla crosta ben tostata. La farcitura è fatta di ingredienti semplici, ma che insieme sono un’esplosione di sapori: pomodoro, acciughe, formaggio, sale, pepe, origano e abbondante olio fresco. Questa la versione tradizionale, cui si sommano le varianti con aggiunta di cipolla, tonno o salumi.
Brioscia e granita
Non si può non concludere con un succulento dessert. E la brioscia con granita è una vera istituzione. I più raffinati la chiameranno brioche, ma lei, la regina dei dessert, fa “brioscia” di nome e “col tuppo” di cognome: un impasto burroso e soffice, un lievitato perfetto, e poi il “tuppo”, quella sorta di cappellino alla sua sommità che ricorda uno chignon. Una consistenza che si sposa perfettamente con la granita siciliana: provala con quella alla mandorla, e difficilmente la dimenticherai.