La Fiera di San Bartolomeo a Giarratana: tra le più importanti di Sicilia
di Alessia Giaquinta, foto di Archivio Uff. Turistico di Giarratana
Immaginate: decine e decine di carretti variopinti, una lunga sfilata di asini e cavalli, mandrie bovine e greggi ovine coi loro pastori avanzare verso la città, mentre il caldo di agosto esala ed esalta profumi e odori. L’immagine proposta è quella che, ormai da diversi secoli, si realizza a Giarratana, il piccolo centro ibleo che custodisce tutt’oggi una delle fiere più antiche e caratteristiche di Sicilia.
Ma procediamo con ordine e torniamo al 1605.
In questa data, a Giarratana, fu concessa dall’allora papa Paolo V una reliquia di San Bartolomeo, precedentemente riconosciuto quale “Patrono ab antiquo delle terre di Giarratana”. Fu proprio in quel clima di festa che venne istituita la “Fiera di San Bartolomeo de li panni e del bestiame”.
Scuoiato vivo, a causa della sua fede, l’Apostolo è considerato protettore dei macellai. Forse è questo il motivo che, congiuntamente ad alcuni privilegi concessi dai Settimo ai “firoti” (i partecipanti alla fiera) e al periodo in cui essa si svolgeva (quello di chiusura dei contratti agrari e rifornimento per i lavori agricoli della successiva annata) diede slancio alla manifestazione, sin dalle origini.
È chiaro che, il passare del tempo, le mutazioni sociali ed economiche e altri eventi perlopiù disastrosi, cambiarono il volto della tradizionale fiera. Tra questi, il terribile terremoto che l’11 gennaio 1693 devastò la Sicilia Orientale, costringendo numerose città a ricostruire i loro centri abitati in una zona differente rispetto al passato. Fu in questa occasione che Giarratana si spostò dall’antico sito di Terravecchia a quello attuale, allora chiamato “Pojo di li ddisi”. Nonostante i gravi disagi causati dal terremoto, la fiera continuò ad essere il motore per dare slancio all’economia agricola e pastorale della città.
La fiera anticamente si teneva dal 21 al 23 agosto, dando avvio così ai festeggiamenti di San Bartolomeo, la cui ricorrenza liturgica e festa solenne è celebrata il 24 agosto. Allevatori provenienti da ogni dove (non solo siciliani) accorrevano per partecipare a quella che divenne, e ancora è, una tra le più grandi ed importanti fiere del Sud Italia.
Rimasta immutata per circa 150 anni, la Fiera di San Bartolomeo subì un ridimensionamento a partire dagli anni ’60 del secolo scorso ed oggi giunge sino a noi mutata nelle dimensioni e nelle impostazioni, ma non di certo nell’entusiasmo che suscita e nelle emozioni che evoca in chi la vive.
Ormai ridotta ad una sola giornata, quella del 21 agosto, la Fiera di San Bartolomeo è ancora oggi l’occasione per assistere alla compravendita del bestiame (perlopiù animali da soma e volatili), acquistare attrezzi e prodotti agricoli e fare il pieno della specialità di Giarratana: la cipolla.
Certo, non si assiste più al lungo corteo dei “firoti” che, a piedi o coi carretti, raggiungevano Giarratana nel corso della notte per accaparrarsi il “posto migliore”, ma si può ancora apprezzare il movimento che, sino alle prime luci del mattino, coinvolge la città: gli spostamenti degli animali, ormai a bordo di veicoli motorizzati, avvengono sempre durante la notte e non attraversano più il paese, ma si fermano in contrada Mandrevecchie, dove si svolge l’evento.
«Una fiera tradizionale ultracentenaria che abbiamo testardamente voluto mantenere in vita, una delle fiere più frequentate del Meridione – commenta il sindaco Bartolo Giaquinta –. Dopo gli anni di fermo dovuti alla pandemia, quest’anno riprendiamo questo evento centrandolo sempre più sui cavalli e i volatili. Durante la manifestazione, inoltre, si terrà anche uno spettacolo equestre».
L’appuntamento è dunque a Giarratana, il 21 agosto sin dall’alba, per la tradizionale Fera ro Patronu, come viene chiamata dagli abitanti del luogo. Il consiglio è quello di portate con voi i bambini: tra stupore e curiosità permetterete loro di vivere uno degli eventi della tradizione che abbiamo ricevuto in eredità, di cui dobbiamo essere necessariamente custodi e promotori.