La vita osservata con gli occhi di una “Picciridda”

Articolo di Eleonora Bufalino   Foto di Paolo Licata

“Picciridda, con i piedi nella sabbia”: un titolo che evoca i suoni, i colori e i profumi di una terra magnifica e complessa. Leggendo queste semplici parole immaginiamo una picciridda sulla riva di una spiaggia, con i piedi e i pensieri immersi tra i granelli dorati e l’ orizzonte del mare siciliano.
Paolo Licata, giovane sceneggiatore palermitano, compie il suo esordio come regista con un film tratto dall’omonimo romanzo di Catena Fiorello, donando al mondo del cinema un’opera emozionante, dai tratti realistici e sprezzanti.

Una storia ambientata sul finire degli anni ’ 60 in una piccola isola della Sicilia, «quasi a voler marcare ancor di più il senso d’isolamento dei personaggi dal resto del mondo», ci spiega il regista. Un’isola nell’isola, dunque, dove i fatti si succedono mostrando i ritmi faticosi del lavoro nelle campagne del Sud, i volti stanchi dei contadini, le stradine polverose del paesino in cui la protagonista vive. Lucia, interpretata da una brillante Marta Castiglia, è solo una picciridda quando assiste impotente e arrabbiata alla partenza dei genitori per la Francia, in cerca di un lavoro per loro e di un futuro più speranzoso. E continua a esserlo, una picciridda, mentre osserva il mondo degli adulti, fatto di litigi e incomprensioni, come quelli che nonna Maria, alla quale Lucia viene affidata, non le vuole spiegare. Lucia Sardo ricopre il ruolo di una nonna autoritaria e severa che tutti, con tono rispettoso, chiamano “Donna Maria”, dal carattere orgoglioso e restìo a esprimere i sentimenti. Lucia s’interroga sul perché di quegli atteggiamenti imperscrutabili e sul rifiuto categorico della nonna di avere un rapporto con la sorella Pina e il cognato Saro.


Alla giovane Lucia la nonna intima di non salutarli né guardarli, come accecata da un antico rancore di cui però non si può parlare o chiedere spiegazioni. La trama scorre sullo schermo svelando le ombre del passato familiare, fatto di segreti impronunciabili e ferite ancora aperte. E sempre picciridda è la protagonista quando ne prende consapevolezza e li vive sulla propria pelle, in una vicenda che la segnerà per sempre, scoprendo che il mondo non è solo la sabbia umida sotto i piedi, ma anche cattiveria e dolore. I paesaggi della natura siciliana fanno da contrasto alle scene più forti e vere, in un connubio intrigante, conducendo a un epilogo che ricalca anch’esso la sicilianità e in cui trova posto la vendetta personale. Le tematiche pregnanti del film sembrano uno specchio dell’attualità: l’emigrazione vista dagli occhi di una ragazzina, la violenza sulle donne vittime di situazioni spesso inestricabili, le etichette con cui si giudica superficialmente.
“Picciridda, con i piedi nella sabbia” è uscito nelle sale lo scorso 5 marzo ma, a causa della recente emergenza sanitaria, solo adesso è nuovamente possibile tornare a vederlo, abbandonandosi alle emozioni che Paolo Licata, con la sua riuscitissima opera prima, intende trasmetterci. «Attendevo da tempo la storia giusta – ci svela il regista – e dopo aver letto il libro di Catena, ho subito pensato che quella lo era e le ho proposto quest’avventura. Sebbene il periodo difficile, il film sta ottenendo dei riscontri positivi. La scelta degli interpreti è sempre la parte più bella e attraverso loro ho voluto mostrare dei temi che si ripropongono da sempre nella storia dell’umanità; il bisogno di spostarsi altrove e la cattiveria umana, tra i principali».

Tra gli altri attori e attrici, Katia Greco nel ruolo di Rosa Maria (la giovane figlia di Pina e Saro, innamorata di un uomo sposato, che subisce l’abbandono dopo il “disonore”), Federica Sarno, nel ruolo di Lucia da adulta, Ileana Rigano, Tania Bambaci, Claudio Collovà, Loredana Marino, Mauro Spitaleri, Maurizio Nicolosi, Gerlando Gramaglia, Ignazio Mazzeo.
Uno spaccato dolceamaro, Picciridda, che ci ricorda come la sofferenza e le difficoltà temprano la vita che, nonostante tutto, prosegue sempre.

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