Per questo Natale un Woody-Leb: sostenibile e artigianale
di Alessia Giaquinta,
foto di Lucia Scapellato e Jo Magrean
“Caro Babbo Natale,
Quest’anno vorrei un regalo speciale, che non sia fatto di plastica (per non inquinare l’ambiente) e che sia personalizzato (e non anonimo come tutto ciò che è prodotto in massa). Vorrei un giocattolo che non si rompa e che non abbia scadenze dettate dalla moda, un giocattolo che stimoli la mia creatività e che sia amico mio, dell’ambiente e delle generazioni future…”.
Se Babbo Natale ricevesse questa letterina, avrebbe gli occhi commossi, il cuore gioioso e le renne scattanti, pronte a raggiungere Monterosso Almo, il borgo ibleo dove potrebbe rifornirsi di giocattoli speciali: quelli della collezione Woody-Leb.
Leb racchiude le iniziali dei creatori: Lucia Scapellato e Bernhard Quade.
Woody invece significa “legnoso” perché è dal legno massiccio che – con immenso amore, dedizione e un grande spirito etico di responsabilità verso l’ambiente e le generazioni future – Lucia e Bernhard portano alla luce questi giocattoli, belli ed eco-sostenibili.
Ho incontrato Lucia nel suo piccolo negozietto. Il suo sorriso smagliante e sincero, e la sua spiccata sensibilità sono riconoscibili in tutte le sue produzioni. Chi la conosce mi darà certamente ragione.
Come è nata l’idea di produrre giocattoli?
«Due anni fa abbiamo iniziato per gioco, durante il periodo della pandemia Covid. Io sono sempre stata affascinata dal mondo dei giocattoli, tant’è che Bernhard, durante i suoi viaggi in giro per l’Europa, ha sempre stimolato la mia curiosità inviandomi scatti delle vetrine dei negozi. Ma un giorno è arrivata la proposta: “Perché non proviamo noi a realizzare dei giocattoli in legno?”».
Una proposta a cui non hai saputo rinunciare…
«Certamente, anche se io non avevo idea di come si costruisse un giocattolo. Mi sono sempre occupata di illustrazioni e creazioni all’uncinetto. Bernhard invece, che è un ingegnere meccanico navale, e ha competenze nel lavorare il legno, è subito passato ai fatti: ha comprato una sega a traforo, il legno lo avevamo già in casa perché lui costruisce anche mobili, e così è nato il primo giocattolo».
E qual è stata la vostra prima creazione?
«Il gatto, perché noi siamo gattari, ne abbiamo tantissimi nella nostra casa. Poi sono nati i dinosauri, le pecorelle, gli asinelli e così via… I giocattoli nascono dalle mie illustrazioni. Da queste Bernhard trae il disegno per fare le sagome. Lui invece disegna auto, trattori, tir, barche…».
Ci spieghi come si costruisce un giocattolo?
«La produzione ha una tempistica relativamente lunga. Si parte dal legno massiccio che va lavorato con la pialla e sega circolare. È la parte più pericolosa e se ne occupa Bernhard. Dopo si prende la sagoma disegnata, si mette sulla tavola, si ritaglia con la sega a traforo e poi io eseguo la smerigliatura a mano. Successivamente passo l’acrilico, più strati. Tra uno strato e l’altro devono passare delle ore, in base alle temperature e all’umidità della stanza. Prima faccio la parte anteriore, poi il retro. Quando il colore è completamente asciutto e stabile cospargo l’olio di lino su tutto il giocattolo. Il giorno dopo, quando è tutto asciutto, si procede con una nuova passata. A questo punto si monta il giocattolo in maniera stabile così che sia un giocattolo sicuro».
Qual è la particolarità dei vostri giocattoli?
«“Vogliamo creare un sorriso”: i nostri giocattoli non sono anonimi, sono dinamici, hanno espressioni e stimolano la creatività. Inoltre tutto quello che utilizziamo è bio-sostenibile: il legno massiccio (e non multistrato) viene da foreste certificate, i colori acrilici sono atossici, l’olio di lino è bio. Quando un nostro giocattolo si rompe si può aggiustare, o a limite, si brucia senza incidere sull’ambiente».
È una missione la vostra.
«Sì, oltre a regalare sorrisi e momenti di creatività, i nostri giocattoli rispettano la natura e sono d’aiuto anche per chi vuole esorcizzare delle paure. Un bambino ci ha chiesto di realizzargli un geco perché voleva pensare in modo diverso questo animale che gli incuteva paura. Vogliamo creare un giocattolo che, da buon amico, sia al fianco del bambino, non solo nei primi anni di vita, ma per tutta la vita».