OHOSKIN: la “pelle vegana” che profuma di sostenibilità

dalla rubrica START-UP FUTURE: IDEE CHE ILLUMINANO IL FUTURO

a cura di Patrizia Rubin    Foto di Ohoskin

l fenomeno “start-up” in Sicilia è in continua crescita e nella gran parte dei casi si tratta di giovani imprese ad alto contenuto tecnologico, eco-responsabili e che guardano al territorio e alla sua valorizzazione. Come nel caso di Ohoskin, il suo nome sembra quasi un sussurro, la start-up fondata nel 2019 da Adriana Santanocito, giovane imprenditrice catanese, che ha creato e brevettato un materiale innovativo plant-based, l’Ohoskin appunto, realizzato con i sottoprodotti industriali di arance e pale di ficodindia. Un tessuto di altissima qualità e durabilità, alternativa di lusso vegana alla pelle animale, di cui ne presenta le migliori caratteristiche alla vista e al tatto.


Adriana-Santanocito_Amministratore-Ohoskin

«Questo materiale – sostiene Santanocito – è una risposta moderna ed etica alle esigenze dei consumatori che sempre più sono orientati verso uno stile di vita rispettoso della vita degli animali e dell’ambiente. Il fatto poi – aggiunge – di realizzarlo con dei prodotti simbolo della Sicilia è sicuramente un valore aggiunto oltre che motivo di grande orgoglio. Ho studiato a Milano, ma poi ho scelto di tornare perché intendo dare un contributo alla crescita della mia terra».

Molteplici gli ambiti di utilizzo di Ohoskin: dagli accessori moda all’arredamento d’interni, agli oggetti di design, al settore automotive che predilige sempre più l’utilizzo di rivestimenti interni cruelty free. Sostenibilità e attenzione per il territorio sono aspetti centrali nella filosofia della start-up catanese, che per la realizzazione del prodotto, 100% Made in Italy, riutilizza tonnellate di scarti di arance e fichidindia, grazie ad accordi con fornitori siciliani della materia prima. «Mettiamo in moto – sottolinea Santanocito – un processo virtuoso di economia circolare che dai residui delle lavorazioni genera nuove risorse economiche e al contempo continuiamo a investire in ricerca e sviluppo per migliorare il prodotto e ridurne sempre più l’impatto ambientale. Il lusso può essere sostenibile se ne deriva valore e benessere per tutti».

 

 

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