Luca Mercalli: una vita per l’ambiente
Articolo e Foto di Stefania Minati
Una vita dedicata alla ricerca e all’insegnamento lo portano alla consapevolezza della conversione del cambiamento climatico in atto spingendolo ad intraprendere un nuovo percorso dedito alla divulgazione, facendo diventare la scienza teorica una scienza pratica che coinvolga sia i cittadini che la politica. In prima linea per diffondere dati e mettere in guardia dai danni provocati dall’inquinamento, in stretto rapporto con i cambiamenti climatici di cui oggi facciamo spesa in termini economici, ma sopratutto in vite umane.
Com’é nata la sua passione per la meteorologia?
«Nasce attraverso l’agricoltura, intorno ai 14 anni. Si può dire che coltivo l’orto sin da quando ero poco più che neonato e da allora ho sviluppato l’interesse della meteorologia e dell’agro-meteorologia, essendo essa di grandissimo supporto per una buona agricoltura. Cruciale per i miei studi é stato anche il fatto di vivere a due passi da uno splendido laboratorio a cielo aperto, che sono le Alpi».
Gli effetti dell’intervento dell’uomo sulla Terra sono visibili, tra cementificazione e inquinamento, come mai siamo ancora così insensibili ai danni da noi provocati?
«Il problema é sicuramente culturale non solo politico. L’interesse per i problemi ambientali, ben noti da oltre 40 anni, va su e giù come uno yo-yo. Basterebbe guardare l’involuzione delle rappresentanze dei partiti verdi al governo, che sono andate a disgregarsi via via che gli interessi economici guardavano a proteggere il mercato del fossile o a limitare i vincoli ambientali che potessero disturbare alcune attività. Un esempio palese é la presentazione della legge sul Consumo di Suolo, ferma in Parlamento da 5 anni. Nel nostro quotidiano manca l’interesse e la volontà di non dare spazio a gesti incivili come gettare i rifiuti in ogni dove. Non serve una particolare competenza per far attenzione ai rifiuti e non vale la scusa del “Tanto lo fanno tutti”».
In televisione vediamo aziende energetiche far pubblicità sulle tecnologie applicate nel rispetto dell’ambiente. A che livello di tecnologia siamo in realtà?
«La transizione da un sistema energetico di tipo fossile a quello basato su energie rinnovabili é sicuramente difficile. Ci vogliono investimenti, coscienza e tecnologia. Quello che vediamo é un processo che sta avvenendo. Il problema in Italia é la coerenza. Noi abbiamo competenza, capacità e un’industria che lavora in questo settore. Non siamo assolutamente indietro rispetto ad altri pochi Paesi del Nord Europa o della California. Ma se si fa una scelta di questo tipo, si comincia e si va fino in fondo. Invece nello stesso Paese coesistono modelli di virtù di raccolta differenziata come la provincia di Treviso e la Terra dei Fuochi. La stessa cosa accade con le energie rinnovabili, abbiamo alcuni Comuni e gruppi di imprenditori che incentivano e utilizzano impianti fotovoltaici ma il Governo stesso che rema contro, con eccessiva burocrazia o leggi poco chiare e di varia interpretazione. Manca una coralità di gesti ed intenti. Perché non prendere un modello funzionante e applicarlo su tutto il territorio?
Oltre alla gestione dei rifiuti, come singoli, cosa possiamo fare?
«Molto, limitare i viaggi aerei e sfruttare di più il tele-lavoro, utilizzare vetture elettriche, riqualificare le abitazioni secondo le norme di risparmio energetico. Un governo deve certo accompagnare le nostre scelte, ma la volontà deve partire dai singoli. Importante è colmare la lacuna lasciata in eredità dai vecchi programmi scolastici, informandoci, e chiedendo una maggior attenzione per il tema dell’educazione ambientale nelle scuole».
Ai giovani e ai futuri meteorologi, vuole dare un consiglio o un messaggio?
«Lo lascio non solo ai meteorologi ma a tutti gli studenti. La sfida ambientale oggi é così vasta che interessa moltissime discipline: le scienze naturali, la climatologia, l’oceanografia e la meteorologia, per la comprensione e studio della problematica ambientale e tutte quelle che possono servire come mezzo e soluzione:l’avvocatura per il diritto ambientale, la filosofia, la storia, la psicologia e la sociologia comprendere le dinamiche sociali e l’ingegneria per le tecnologie. Ogni studente può e deve dare il suo contributo. Studiate e difendete il vostro pianeta perché é casa vostra!».
Come riesce a fare tutto?
“Con una grande fatica e lavorando sempre”.