Le feste patronali e le sagre estive. Momenti di unione anche per chi è emigrato
di Rosamaria Castrovinci, Foto di Giuseppe Cardillo
I mesi di luglio e agosto in Sicilia sono famosi per le numerose sagre e per le feste patronali. Non tutti sanno però che alcune feste patronali non hanno come data ufficiale quella estiva, ma quella che si celebra nei mesi più caldi dell’anno è una sorta di replica a beneficio dei cittadini che in passato sono emigrati e che sono soliti ritornare per le ferie estive.
A partire dalla fine del ‘900 e negli anni successivi alle due guerre mondiali un gran numero di persone ha lasciato la Sicilia per cercare fortuna altrove. Alcuni sono emigrati in Nord Italia, altri in Europa, altri ancora hanno attraversato l’oceano per raggiungere mete più ambite come l’America o l’Australia.
Quasi tutti periodicamente tornano nell’isola per ritrovare i propri affetti e i luoghi del cuore. Da bambina ricordo che ad agosto nel mio paesino si svolgeva proprio una festa in onore degli emigrati, una giornata del cartellone estivo era dedicata a loro, con eventi culturali, musica e la sagra del pane “cunsato”.
Dovete sapere che quegli emigrati hanno portato via con loro la cultura e le tradizioni della Sicilia anche oltreoceano: nelle loro case, nei loro giardini, rivivono profumi, tradizioni e colori della terra d’origine e, in alcuni casi, hanno portato con loro anche la festa del patrono. “Come?” vi chiederete. Questa è una storia un po’ particolare che merita una piccola digressione: a Fremantle, nel Western Australia, vivono due comunità di emigrati provenienti da Capo d’Orlando (ME) e Molfetta (BA), due comunità di pescatori che per tradizione, in Sicilia come in Puglia, sono da sempre devoti alla Madonna. A essa chiedono protezione per le battute di pesca in mare aperto. Così la necessità di questa protezione si iniziò a far sentire anche lontano dalla propria terra di origine, anzi, forse ancor di più in questa condizione. Nacque così la Festa della Benedizione della Flotta (The Blessing of The Fleet), una festa che costituiva un momento di unione non soltanto per gli italo-australiani di Fremantle, ma per molti emigrati che risiedevano nelle cittadine vicine.
Le feste patronali che si svolgono ad agosto in tanti paesini dei Nebrodi sono dedicate proprio a chi è andato via ma è rimasto indissolubilmente legato alle proprie origini e ogni anno ritorna per trascorrere le ferie insieme alla propria famiglia e ai propri amici.
Sono particolarmente sensibile all’argomento per varie ragioni: parte della mia famiglia è emigrata in Australia (e sull’emigrazione siciliana in Australia ho scritto la mia tesi di laurea della Magistrale), ma da qualche anno anche io mi sono trasferita al Nord per lavoro e ad agosto cerco sempre di essere in Sicilia nei giorni delle feste che hanno caratterizzato la mia infanzia. Principalmente quella di San Biagio a Militello Rosmarino e quella di San Nicolò Politi ad Alcara Li Fusi (ambedue in provincia di Messina)
Tutte e due le feste hanno la loro data ufficiale in inverno, rispettivamente il 3 febbraio quella di San Biagio vescovo e martire e il 3 maggio quella di San Nicolò Politi. Vengono replicate entrambe ad agosto, il 17 quella di San Nicolò Politi (data che tra l’altro corrisponde alla data di morte del Santo) e il 25 quella di San Biagio.
I festeggiamenti estivi sono quasi sempre più fastosi di quelli invernali, è infatti usanza concludere la festa con il concerto di un cantante famoso e degli spettacolari fuochi pirotecnici.
A Militello Rosmarino i festeggiamenti estivi prevedono anche un passaggio in più, il 24 agosto, infatti, si svolge nella piazza il famoso “lancio di cucciddati”, queste sono delle ciambelle di pane che vengono portate in processione e benedette prima di essere lanciate dalla scalinata della Chiesa del Rosario a tutti i fedeli. Le ciambelle nei giorni successivi verranno anche distribuite porta a porta. È tradizione dire una preghiera prima di mangiarle per ingraziarsi la protezione di San Biagio, particolarmente a difesa della gola e dai mali di stagione.