L’arte come dono, ultimo omaggio per la Sicilia contemporanea.

L’arte come dono, ultimo omaggio per la Sicilia contemporanea.

Articolo di Martino Vitaliano Di Caudo e Foto di Fondazione “Fiumara D’arte”

Il creatore di “Fiumara D’arte”, Antonio Presti, nel suo personale viaggio artistico in Sicilia. L’arte ha bisogno di essere celebrata, vissuta, sentita sotto e oltre la pelle, questo è il motivo del dialogo, del passaggio di consegne immaginifico e reale che spinge il mecenate messinese Antonio Presti a investire sui luoghi straordinari della nostra terra. I passi del risveglio dell’arte avvengono sull’Etna con la potenza della poesia nel G37, sui Nebrodi con il suggestivo “Rito della luce” e ancora a Taormina con la riapertura de “Le rocce”.

Momenti questi che segnano la rinascita, tracciando il solco doveroso sul quale investire. Antonio Presti si racconta e racconta l’arte come uno strumento, grimaldello Politico, in grado di restituire un’identità e un presidio etico a luoghi impoveriti dalla cattiva gestione amministrativa, realtà rese sterili da un abbrutimento dell’animo, guaribili solo con il senso di bellezza che dall’arte promana.

Qual è il senso dei percorsi d’arte collocati in Sicilia?

“Il senso ultimo risiede nel dono, donare la bellezza nella Sicilia contemporanea è sempre un percorso in salita, ma dopo quarant’anni, consapevole di aver scelto questa devozione alla bellezza che trova nell’opera d’arte il suo senso, la forma e il suo corpo, non posso far altro che continuare in questa possibilità. Coniugare la mia vita, non solo sul senso del dono, ma sul potere della conoscenza, che in questa società contemporanea è offesa quotidianamente da un’ignoranza e da una mediocrità di barbari, è l’unico strumento per consegnare a questa società l’omaggio del futuro. L’arte quindi deve essere intesa come vero e proprio strumento, l’opera d’arte come il mezzo e come fine ultimo c’è sempre la restituzione della conoscenza”.

In quale percorso si inseriscono il G37, il “Rito della luce” e la riapertura giorno 27 luglio de “Le rocce” a Taormina?

“Tutti questi eventi hanno un minimo comune denominatore che è il percorso di affermazione del più grande potere al mondo: la conoscenza. Abbiamo iniziato con il G37 in parallelo con il G7 per affermare che i potenti del mondo non sono questi signori che ci rappresentano, i veri potenti sono gli insegnanti, gli alunni, gli artisti; sono coloro i quali consegnano la conoscenza nelle mani di chi la richiede. Questo messaggio è stato trasposto nell’ambientazione del “Rito della Luce” dove il sapere è stato collocato al centro di un ipotetico innesto che funge da cura per la pianta dell’umanità avvelenata. Questa consegna della conoscenza trova la sua naturale conclusione nella riapertura de “Le rocce” a Taormina, in tal modo viene esaltato il potere della conoscenza, capace di vincere anche la mediocrità politica che ha attanagliato parte del nostro territorio”. 

Come valuta il sistema sociale in cui è inserito il nostro territorio?

“Il sistema lavora per distruggere i luoghi della conoscenza, è come se ci fosse un piano scellerato a livello mondiale per annientare il sapere. Si sta cercando di innestare nei giovani la convinzione che studiare non conviene, mentre la mediocrità si può sconfiggere solo con il sapere. Si preferisce avere nuove generazioni asservite alle dittature del futuro come la tecnologia e internet, piuttosto che avere uomini liberi; si predilige, in altre parole, l’ignoranza quale potere di schiavitù, ma l’arte si pone in antitesi come baluardo per la vera conoscenza. Rigenerare e riaffermare il potere del sapere è l’impegno che vorrei continuare a portare avanti in questo momento della mia vita nei vari percorsi d’arte che realizzo”.


 Qual è l’idea di arte da lei sposata?

“Il senso profondo dell’opera d’arte non è solo quello di farsi guardare per essere reinterpretata e capita, l’opera d’arte è tale nel momento in cui restituisce all’essere umano la possibilità di sentirsi esso stesso opera dell’universo. Io credo che l’arte, in questo momento, debba restituire all’umanità la possibilità concreta di sentirsi quest’opera”.

 

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