Il pozzo di Gammazita: leggenda e realtà si fondono nelle acque della città

di Samuel Tasca

All’interno del centro storico di Catania, lungo la via San Calogero situata nei pressi del Castello Ursino, si trova l’antico pozzo di Gammazita, luogo mistico e peculiare che appartiene al patrimonio culturale della città, attorno al quale si intrecciano diverse leggende popolari.

La più nota, che risale ai tempi della dominazione angioina, è quella della giovane Gammazita, una fanciulla catanese che nel giorno del suo matrimonio, recatasi al pozzo per attingere alla fonte, fu preda di un soldato francese, il quale si era invaghito di lei. Proprio come Sant’Agata, patrona della città, che scelse il martirio per non cedere alla brama del proconsole romano Quinziano, anche la giovane sventurata preferì lanciarsi nel pozzo pur di non finire preda di quella violenza.


In realtà Gammazita era il nome della fonte d’acqua che nel XII secolo alimentava l’antico quartiere giudeo fornendo l’acqua ai suoi abitanti. Questa, come buona parte della città, fu devastata dall’eruzione del 1669 che ricoprì interamente il pozzo di pietra lavica. Fu proprio per il ruolo fondamentale che aveva svolto nella vita dei catanesi, che questi decisero di riportarlo alla luce, ricostruendo all’interno la pittoresca scala che scende in profondità per circa dodici metri. È qui che, come spesso accade, realtà e leggenda si fondono insieme: le tracce rossastre di magnesio e ferro ritrovate sulle pareti del pozzo furono, infatti, associate alle macchie rosse del sangue della povera Gammazita.

Come successe per l’antico Teatro Romano, anche questo luogo non fu pienamente preservato da uno sconsiderato proliferare urbanistico. L’antico pozzo, infatti, risiede oggi all’interno di un cortile attorniato da abitazioni private costruite nell’‘800. Negli ultimi anni, però, grazie all’azione dell’Associazione Gammazita, che porta avanti numerose iniziative nel quartiere, il pozzo di Gammazita è tornato visitabile durante le visite guidate organizzate dai volontari dell’Associazione. Grazie al loro impegno, infatti, molti catanesi e visitatori hanno avuto la possibilità di riscoprire questo tesoro nascosto all’interno della loro città, rivivendo il sacrificio della bella Gammazita, che scelse la morte per non tradire il suo vero amore.

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