Il corallo di Sciacca. Un tesoro eco-sostenibile.
di Samuel Tasca Foto di Oro di Sciacca
La Sicilia, tra i suoi innumerevoli tesori, ne nasconde uno che risplende in fondo al Mar Mediterraneo. È il corallo di Sciacca, eccellenza di enorme valore che molti ancora sconoscono. Eppure, in giro per il mondo, il corallo di Sciacca viene elogiato per la sua eleganza, il suo aspetto peculiare e soprattutto la sua eco-sostenibilità poiché si tratta di un corallo fossile che si è già staccato, per via dei vari fattori ambientali, depositandosi sul fondale marino.
È dalle parole di Giuseppe Conti, cofondatore del Consorzio Corallo Sciacca e titolare della ditta Oro di Sciacca, che percepiamo quanto la tutela del corallo Mediterraneo sia un punto fondamentale della loro azione. «Oggi il consorzio sostiene vivamente il blocco della pesca del corallo in tutta l’area del Mediterraneo, invitando gli organi preposti ad intervenire autorizzando solamente il recupero-estrazione dei coralli decaduti e fossilizzati – ci spiega Conti -. È importantissimo proteggere i coralli che continuano a crescere in quest’area. Abbiamo un obbligo nei confronti della natura e delle generazioni future».
Leggendo queste parole è facile capire con quanta abnegazione viene portata avanti questa battaglia. Ma solamente scavando nella storia della città è realmente possibile comprendere il legame tra il corallo e i saccensi (abitanti di Sciacca). Nel 1831, infatti, in seguito a dei terremoti di origine vulcanica, a ventiquattro miglia dalla costa, emerse quella che venne poi denominata Isola Ferdinandea. Essa portò con sé uno dei banchi di corallo più preziosi al mondo. «In quel momento – conferma Conti – la pesca del corallo prese il via in maniera sconsiderata, dando l’avvio a una vera e propria razzia del nostro mare».
Non deve sorprendere, quindi, che oggi gli artigiani di Sciacca si facciano garanti del loro corallo tutelandone la vita e la crescita. Per tenere fede, infatti, a questo impegno morale ed ecologico, prima di poter essere trasformati in gioielli, tutti i coralli fossili recuperati dai fondali vanno incontro ad un processo di decalcificazione che permette di rimuovere gli altri componenti fossilizzati insieme al corallo. Una volta ripulito e lucidato, questo è pronto per essere lavorato. È qui che un processo creativo di straordinaria precisione e minuziosità prende il via. Aver avuto la possibilità di osservarlo dal vivo, grazie alle esperienze messe a disposizione dal Museo Diffuso dei 5 Sensi, che porta avanti un importante lavoro per la valorizzazione e promozione della città, ci ha permesso di apprezzarne ancora di più il suo valore. Ogni singolo elemento del gioiello viene inciso e scolpito con estrema accuratezza, trattandosi spesso, di componenti di dimensioni molto piccole.
Così, il corallo di Sciacca, peculiare anche per la presenza di alcune bruciature conseguenti all’esplosione vulcanica dell’Isola Ferdinandea, rappresenta a tutti gli effetti un orgoglio per l’intera città e i suoi abitanti. Il legame che li unisce, infatti, si consolida da tempi immemori e viene custodito soprattutto nei ricordi delle donne, per le quali i gioielli in corallo, specialmente le guliere, collane costituite solitamente da trentatré grani, rappresentano parte della dote nuziale che viene ancora tramandata di generazione in generazione. Queste, in alcuni casi, vengono donate alla Madonna del Soccorso, patrona della città, che in occasione delle celebrazioni in suo onore viene adornata con innumerevoli gioielli in corallo.
Anche alle antiche mammane, che si prestavano ad allattare i neonati quando le madri non erano in grado di produrre latte proprio, venivano donate collane in corallo poiché si pensava potesse stimolare la produzione delle ghiandole mammarie.
Non sorprendetevi quindi se, passeggiando per la città, vedrete l’arancio e il rosso vivo di questo corallo esposto nelle vetrine delle gioiellerie e dei vari negozi, poiché l’intera città partecipa ad un impegno comunitario che mira a promuovere e valorizzare il suo tesoro del mare.