costanza d'altavilla

Costanza d’Altavilla. Imperatrice e regina di Sicilia

di Merelinda Staita

Nel tempo sono state tantissime le donne siciliane che si sono distinte per le loro capacità e in molte hanno contribuito a segnare la storia con la loro forza e il loro coraggio.

Costanza d’Altavilla è stata una delle donne più importanti del Medioevo, ultima regina della Casa d’Altavilla. Ha ricoperto il ruolo di regina sovrana di Sicilia.

Costanza nacque a Palermo il 2 novembre del 1154, figlia di Ruggero II re di Sicilia e di Beatrice di Reth, e visse la sua infanzia e la sua adolescenza all’interno della corte siciliana. All’età di trent’anni era ancora nubile e questo alimentò molti pettegolezzi sul suo conto.

Giovanni Villani, mercante, storico e cronista italiano, ci racconta che Costanza prese i voti da giovane e che si trasferì in convento fino a quando venne scelta da Enrico di Svevia come sua sposa. Villani narra che il Papa decise di sciogliere i voti di Costanza per consentire a Enrico di sposarla. Questa storia ci viene consegnata anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia.

Il Sommo poeta colloca Costanza nel III canto del Paradiso, nel cielo della Luna, dove si trovano gli spiriti difettivi. Si tratta delle anime che godono del grado più basso di beatitudine, perché non portarono a compimento i loro voti.

costanza d'altavilla

Costanza viene presentata da Dante, nei versi 118-120, con queste parole: “Quest’è la luce de la gran Costanza / che del secondo vento di Soave / generò ‘l terzo e l’ultima possanza” (Questa è l’anima luminosa della grande Costanza che dal matrimonio con Enrico VI, secondo imperatore della casa di Svevia generò Federico II che fu il terzo e ultimo potente della dinastia). Dante coglie l’occasione per parlare della leggenda guelfa secondo cui Costanza sarebbe stata una suora, costretta ad abbandonare il convento. Ci mostra Costanza come un esempio della violenza che caratterizzava in modo negativo la società del secolo. Verosimilmente, la principessa non prese davvero i voti, ma rimase alla corte di Palermo e fu vista come una donna che non avrebbe generato discendenti.

Il nipote Guglielmo la nominò sua erede e stabilì che per lei era giunto il momento di sposarsi. Iniziarono gli accordi tra la corte sveva e quella normanna e, il 29 ottobre 1184, ad Augusta venne resa nota la promessa di matrimonio tra la trentenne Costanza e il diciannovenne Enrico di Svevia. I due convolarono a nozze il 21 gennaio del 1186 nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano.

Questo matrimonio fu molto importante per la dinastia Sveva, poiché ottenne il dominio dell’Italia meridionale e cercarono di realizzare il loro desiderio che era quello di riunificare l’intera Penisola sotto la corona imperiale.

Costanza rimase incinta e anche sulla sua gravidanza si diffusero diverse maldicenze, ossia che la sua gravidanza fosse fittizia e che l’imperatrice avrebbe spacciato per suo un bambino nato da un’altra donna.

Costanza soffrì molto per questi pettegolezzi e quando fu colta dalle doglie a Jesi, il 26 dicembre del 1194, fece preparare una tenda per partorire nella piazza centrale. Non ebbe paura dei possibili pericoli di un parto a quarant’anni e senza vergogna diede alla luce il suo primogenito sulla pubblica piazza.

Il bambino era Federico II di Svevia, conosciuto come Stupor Mundi, Re di Sicilia, Duca di Svevia, Re dei Romani, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Gerusalemme.

Alla morte del marito, Costanza divenne regina consorte di Sicilia dal 1194 al 1197 ed ebbe il ruolo di tutrice del figlio e reggente del regno. Morì, l’anno successivo, nel 1198.

È stata una grande donna che, grazie alle sue doti diplomatiche e alla sua intelligenza, è stata capace di far convivere in Sicilia numerose culture: latina, bizantina, araba e provenzale. Una donna che sembrava non avere alcun futuro e che invece è diventata regina e ha favorito la nascita di un vasto regno che avrebbe cambiato gli eventi d’Europa negli anni seguenti.

franca florio

La chiamavano “la regina di Palermo”: la storia di Franca Florio

di Federica Gorgone

Chiunque si sia appassionato alla dinastia dei Florio ha sicuramente sentito parlare di una figura femminile di spicco che ad oggi è da considerarsi la regina indiscussa della Bella Époque siciliana. Stiamo parlando della splendida Franca Florio. Il suo nome da nubile era Franca Jacona di San Giuliano e nacque a Palermo nel 1873. Dai numerosi ritratti giunti a noi ancora oggi, scorgiamo in questa figura eleganza, raffinatezza e dei lineamenti affascinanti.

Una donna non solo bella ma anche e soprattutto intelligente, dall’animo gentile che a 24 anni fu data in sposa ad Ignazio Florio Junior, uno degli scapoli più ricchi dell’isola. Lo spirito imprenditoriale di quest’ultimo era già ai tempi conosciuto in tutta la Sicilia. Egli, infatti, annoverava fra i suoi averi banche, cantieri navali, cantine, tonnare e tanto altro.

Ma chi era Franca Florio? Franca Florio era un’amante dei ricevimenti lussuosi ed adorava circondarsi di gente d’alto rango: tra questi il Kaiser Guglielmo II che la soprannominò la “Stella d’Italia”. Il suo spirito raffinato si vedeva non solo nei suoi lineamenti ma anche nel suo modo di vestire. Gli abiti rigorosamente realizzati dal sarto parigino Charles Worth venivano spesso impreziositi con i gioielli dei migliori orafi del tempo, quali ad esempio Cartier. Ad oggi rimane nella storia una collana in particolare, che sicuramente i più appassionati conosceranno, quella costituita da 365 perle che fu ripresa nel quadro del Boldini.

ritratto boldini franca florio

Sapete cosa si racconta a proposito dei suoi gioielli? La leggenda narra che Franca Florio avesse ad un certo punto smesso di indossare gli orecchini sotto consiglio di Gabriele D’Annunzio, il quale sosteneva che questi gioielli andassero a distogliere lo sguardo dal suo volto così fine e delicato!

Ma Franca Florio fu molto di più della sua ammaliante bellezza e raffinatezza. Il matrimonio con l’imprenditore Ignazio aveva degli obiettivi strategici ben precisi: donare a Palermo e in generale a tutta la Sicilia un ruolo centrale negli assetti politici d’Europa.

I due misero in moto una vera e propria rete di conoscenze che portarono alla città un’innovativa spinta al benessere economico e al prestigio. Ed è proprio in questo periodo storico che Palermo rinacque.

Ecco che ad esempio sorsero tantissimi palazzi in stile Liberty e si diffusero in questo periodo numerose opere liriche rappresentate nella splendida location del Teatro Politeama.

L’interesse di donna Florio si spinse tuttavia non solo verso eventi mondani e riqualificazioni della città bensì anche nei confronti dei più umili e delle donne lavoratrici nelle fabbriche del marito. Franca fece, infatti, realizzare all’interno di quest’ultime degli asili in cui le donne potevano lasciare i propri figli durante le ore di lavoro.

Tuttavia questa storia di splendore e innovazione nasconde anche dei lati più cupi. A donna Florio, infatti, morirono in poco tempo tre figli. La primogenita Giovanna a soli 9 anni per una meningite, Ignazio a 5 anni e Giacobbina a solo un’ora dalla nascita. Rimasero in vita solo due figlie: Igiea e Giulia. Strano come tanto rinnovamento si fosse poi scontrato con questi momenti così tragici.

Donna Franca Florio fece una vita ricca e piena di sfarzo anche durante il periodo del crollo economico iniziato negli anni ‘20. Casinò, feste e viaggi erano sempre al centro del suo stile di vita fino a quando si spense nel 1950 a casa della figlia Igiea. Oggi riposa nella cappella della famiglia dei Florio situata al cimitero di Santa Maria di Gesù.

conferenza stampa olio e nons'olio

Olio e nons’Olio: tutto pronto per l’evento che valorizza l’oro verde dei Monti Iblei

È tutto pronto per Olio e NonS’Olio, la grande manifestazione che si terrà a Chiaramonte Gulfi dall’11 al 13 novembre. Convegni, master class, show cooking, prodotti agroalimentari e area food: Olio e NonS’Olio, giunto alla quinta edizione, riapre i battenti in grande stile dopo un’assenza durata più di 10 anni. 

Durante la conferenza stampa di presentazione che si è svolta nell’aula consiliare di Chiaramonte, è stata presentata la mission e il programma dell’evento che vuole dare lustro al prodotto più rappresentativo del territorio: l’olio dop Monti Iblei. L’evento è organizzato dal Comune di Chiaramonte Gulfi insieme al Consorzio Chiaramonte, che riunisce 11 aziende del territorio, 7 delle quali si dedicano principalmente alla produzione di olio, 1 alle conserve e 2 alla ristorazione e all’accoglienza.

Ad aprire i lavori, il sindaco Mario Cutello: “Un doveroso ringraziamento al Consorzio Chiaramonte e a tutti gli imprenditori che si sono spesi per questo evento. Il nostro scopo non è solo quello di valorizzare questo prodotto, ma anche di far diventare Chiaramonte punto di riferimento per l’intero bacino del Mediterraneo. E lo faremo grazie all’olio e al suo impiego in cucina”. 

olio e nonsolio a chiaramonte

Proprio la cucina, infatti, sarà il cuore pulsante dell’evento non solo per l’apertura dell’area Food prevista per sabato 12 e domenica 13 novembre, ma anche per la stretta collaborazione con l’istituto alberghiero “Principi Grimaldi” di Modica, sede staccata di Chiaramonte, che interverrà con uno show cooking durante il convegno di apertura di venerdì 11 novembre. 

L’assessore allo sviluppo economico, Antonio Incardona, ha sottolineato come questo evento sia a costo zero per il Comune, avendo infatti l’amministrazione intercettato un bando regionale di 35 mila euro per la promozione dei prodotti del territorio. 

Il consigliere comunale con delega allo sviluppo economico, Dario Cutello, ha spiegato come la manifestazione si rifaccia a tre importanti linee guida: “Tradizione”, in quanto l’olio di Chiaramonte è patrimonio di tutte le famiglie chiaramontane, “Cultura”, da trasmettere alle generazioni future e “Innovazione”, in quanto il mondo dell’agricoltura è in pieno divenire e guarda avanti, nel futuro. 

Infine, il presidente del Consorzio Chiaramonte, Francesco Scollo, ha spiegato il programma della manifestazione nel dettaglio. 

conferenza stampa olio e nons'olio

Si parte venerdì 11 novembre alle 17.30 con un importante seminario denominato “Olivicoltura: alimentazione e ambiente”, che si svolgerà in Sala Leonardo Sciascia e a cui prenderanno parte importantissimi relatori del mondo olivicolo e della gastronomia. A seguire, lo show cooking organizzato dall’Istituto “Principi Grimaldi” di Modica che delizierà i partecipanti con alcuni piatti preparati sul momento il cui filo conduttore sarà l’olio d’oliva. 

Alle 19.30 e alle 21.00 inizieranno le master class di degustazione, dedicate a olio, vino e birra che si svolgeranno rispettivamente in Sala Sciascia, Società Operaia Vittorio Emanuele e Società Operaia Umberto I.

Sabato 12 novembre dalle 9 alle 15 si potrà partecipare al corso di potatura, a cura di APO Catania, con visite aziendali e degustazioni di prodotti presso le aziende locali. 

Alle 15, l’associazione Chiaramonte Cammina propone una passeggiata denominata “Ripercorrendo le vie dell’Olio di Chiaramonte”. Alle 18, giro del centro storico insieme alla Pro Loco Chiaramonte. 

Dalle 17 alle 24 apre, inoltre, in piazza Duomo, l’area Food “Sagra dell’olio” e gli stand espositivi “Dal produttore al consumatore”. Più di 20 aziende, infatti, esporranno i loro prodotti agroalimentari a disposizione dei visitatori. L’area food, invece, è gestita dalle associazioni del territorio di Chiaramonte, ovvero associazione Morana, Giovanile di Roccazzo, Muti, Piano dell’Acqua e Villaggio Gulfi. 

Sarà possibile degustare un vassoio con alcune specialità il cui filo conduttore è l’olio d’oliva: dai ceci con olio Dop all’immancabile salsiccia di Chiaramonte, dal “pane cunzatu” alla caponata di olive e naturalmente, essendo questo il periodo di San Martino, non mancheranno le frittelle. 

Domenica 13 novembre dalle 9.30 alle 17,00 torna l’apertura dell’area food e gli stand espositivi dei produttori. Da non perdere, inoltre, alle ore 10.00 in piazza Duomo la gara del Taglio della Fetta e una dimostrazione di spremitura delle olive con il “mini frantoio”. 

Alle 11, giro del centro storico insieme alla Pro Loco di Chiaramonte: “Promuovere l’olio è promuovere il territorio e promuovere il territorio è ritrovare sé stessi”, ha dichiarato il sindaco di Chiaramonte, Mario Cutello, a conclusione dei lavori. 

Per info e prenotazioni alle masterclass di olio, vino e birra consultare il sito del Consorzio Chiaramonte: 

https://www.consorziochiaramonte.com/it/master-class-olio-e-nonsolio-2022/

panettone fragolina e ciliegia fiasconaro

Fiasconaro fra i protagonisti di SIAL 2022 Paris

 

Fiasconaro, eccellenza dolciaria di Castelbuono (PA), nel cuore del Parco delle Madonie, sarà fra i protagonisti di SIAL 2022 Paris, la Fiera internazionale dell’Alimentazione che si svolgerà a Parigi dal 15 al 19 ottobre. L’azienda sarà presente al Padiglione 1 – Stand 1G 021 con una golosa anteprima di Natale, che porterà sotto ai riflettori le sue novità più attese.

 

Il Panettone Ciliegia e Fragolina

A Natale Fiasconaro prende per la gola i veri Gourmet (e non solo…) con il nuovo Panettone alla Ciliegia e Fragolina, una creazione dolciaria di alta pasticceria che esalta i sapori più autentici del Territorio. La fresca essenza della menta si sposa con le note fruttate delle fragoline semi-candite per dare vita ad un panettone speciale, ricoperto con confettura di ciliegie di Liccia, eccellenza tipica di Castelbuono, e cioccolato rosa. Un vero e proprio viaggio sensoriale, che trasporta, sin dal primo assaggio, nella Terra di Sicilia.

panettone fragolina e ciliegia fiasconaro

Il Panettone al Cioccolato e i Torroncini della Linea Dolce&Gabbana

Dal sodalizio ormai consolidato fra la Pasticciera siciliana di Fiasconaro e lo stile di Dolce&Gabbana nascono le due nuove prelibatezze nel segno della tradizione e del coraggio di sperimentare.

Il Panettone al Cioccolato sposa due delle sue varianti più amate, il cioccolato fondente e quello al latte, impreziosite dalla pasta di arancia. Con la caratteristica scarpatura a croce che ne adorna la superficie, il dolce è racchiuso in una latta dall’inedita creatività, ispirata ai colori caleidoscopici delle maioliche siciliane.

Ci sono poi gli immancabili Torroncini morbidi alle Mandorle di Avola e al Pistacchio di Sicilia, ricoperti di cioccolato fondente, al latte, all’arancia e al limone, piccole delicatezze perfette

per assaporare tutto il gusto dell’isola in un solo morso. I Torroncini sono racchiusi in splendide latte di tre diversi formati (150g, 250g e 500g), arricchite dai decori tipici del carretto siciliano e da geometrie ispirate ai mosaici bizantini di Palermo.

panettone al cioccolato dolce e gabbana fiasconaro

Sapori, profumi e alchimie della Sicilia sono la suggestiva cornice della storia e della tradizione dell’azienda dolciaria Fiasconaro, nata nel 1953 a Castelbuono, nel cuore del parco delle Madonie, in provincia di Palermo. Oggi l’azienda, giunta alla terza generazione di Pasticcieri è un’eccellenza del made in Italy, con un fatturato di oltre 30 milioni di euro, un organico di 180 lavoratori – fra stagionali e dipendenti, ed una presenza in 60 Paesi con una crescita del 20% su tutti i principali mercati: Italia, Canada, Francia, Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda e con un orizzonte strategico rivolto al mercato asiatico. Fiasconaro è totalmente made in Sicily e anche il suo indotto segue la territorialità. Il panettone e la colomba Fiasconaro rappresentano il core-business dell’azienda, ma è in continua crescita anche l’incidenza della linea di prodotti continuativi: torroncini, cubaite, creme da spalmare, mieli, marmellate, confetture e spumanti aromatici. I suoi dolci sono stati serviti sulle tavole di tre Papi, del Presidente della Repubblica cinese, dagli astronauti dello Shuttle, nelle corti regali di tutta Europa.

Conclusa con grande successo la quarta edizione di Etnabook

Volge al termine Etnabook 2022, cinque giornate fitte di incontri e confronti che hanno avuto come obiettivo primario quello di diffondere la cultura e far avvicinare tanti appassionati e curiosi ai libri e alla lettura.

Il presidente Cirino Cristaldi in chiusura ha affermato: “sono molto soddisfatto per la buona riuscita dell’evento che anno dopo anno cresce sempre più. Il nostro è un continuo Diventare, e, proprio per questo, sin da domani ci metteremo a lavoro per organizzare la quinta edizione di Etnabook, che sarà quella della maturità”.

premio cecchi paone

Il Festival negli anni ha formato una vera è propria rete che unisce il cuore di Catania ai Comuni limitrofi, cercando di abbracciare tutto il territorio etneo e proponendo diversi appuntamenti nell’hinterland.  

Oltre agli incontri al Palazzo della Cultura di Catania, roccaforte del festival, ci sono stati quelli all’Expo Pedara, coordinati egregiamente da Simona Zagarella e Mario Cunsolo del Circolo Letterario Pennagramma. E poi ancora la sezione EtnaKids con appuntamenti al Campus Athena e presso il Mondadori Bookstore D’Annunzio. Infine le presentazioni di Algra Editore che hanno tenuto compagnia, ogni pomeriggio, al pubblico della Rinascente.

Appuntamenti a cui il pubblico ha sempre risposto con entusiasmo, così come i due incontri svoltisi alla Mondadori del Centro Commerciale Katanè, che hanno aperto la prima giornata del festival con due celebri scrittrici, Francesca Maccani e Viola Di Grado, entrambe premiate con la menzione speciale di Letto, Riletto, Recensito consegnata dal fondatore del premio, nonché nostro presidente scientifico del festival, Salvatore Massimo Fazio. Lo stesso riconoscimento è stato assegnato durante le giornate del festival, ad autori quali Massimo Arcidiacono, Orazio Licandro e Francesca Calì.

etnabook premio

Interessanti ed emozionanti sono stanti anche gli incontri della rassegna EtnaStar, ideata e organizzata da Debora Scalzo. Tra questi, spicca l’incontro Per non dimenticare con Giovanni La Perna, Antonio Vullo e Rosalba Cassarà (questi ultimi in collegamento telefonico). A distanza di 30 anni dai tremendi attentati mafiosi ai giudici Falcone e Borsellino, abbiamo voluto ricordare il loro lavoro e il grande impegno civile di questi uomini attraverso il racconto e le testimonianze di chi quelle tragedie le ha vissute in prima persona. A La Perna e Vullo sono stati consegnati delle menzioni speciali di EtnaStar.

etnabook cecchi paone

Tra gli incontri più interessanti, quello con Alessandro Cecchi Paone, che nelle vesti di consulente artistico di questa quarta edizione è stato un valore aggiunto, capace di scaturire una crescita culturale e strutturale di tutta la manifestazione. Cecchi Paone, insignito per l’occasione con il Premio EtnaStar – Cascia Lab per l’eccellenza italiana,  ha parlato di informazione, futuro, di giovani e tecnologia, coinvolgendo il pubblico presente come solo lui, da grande divulgatore scientifico, sa fare.

Non sono mancati in questa edizione i Premi Etnabook attribuiti a personalità che si sono distinte in campo culturale e letterario, consegnati al giornalista e autore Francesco Musolino e agli scrittori Adriano Di Gregorio e Barbara Bellomo.

Etnabook premio

Il tema di quest’anno è stato Diventare e a conclusione possiamo affermare che Etnabook diventa anno dopo anno un festival di riferimento per la cultura italiana, questo accade grazie all’impegno della giovane direzione organizzativa e di tutte le maestranze fatte di professionisti, tecnici e volontari che lavorano incessantemente per realizzare un Festival di qualità e alla portata di tutti. 

Ringraziamo tutti i partner e gli sponsor che hanno collaborato con il Festival e anche i sindaci e gli assessori dei Comuni di Catania, Gravina di Catania e Pedara per averci supportato.

 

Ci vediamo presto a Etnabook 2023!

La sartorialità siciliana indossata dai potenti del mondo

di Omar Gelsomino,   foto di Antonio D’Anna

Eleganza ed unicità. È questo il claim di Salvatore Martorana, imprenditore di Valguarnera Caropepe – piccolo comune dell’Ennese – che veste pontefici, commissari europei e capi di Stato di tutto il mondo diventando l’emblema della sartorialità italiana e siciliana. Proprio la raffinatezza dei tessuti e la ricercatezza dei particolari ne fanno un vero must. Cravatte, camicie e abiti personalizzati su misura sono indossati dai potenti della terra che apprezzano l’artigianalità di sapienti mani di sarti che realizzano queste opere d’arte.

«Conseguita la laurea in Economia, iniziai a fare il commesso viaggiatore imparando a conoscere tutti i mercati. Nel 1989 abbiamo creato la Maison Gregory, iniziando a produrre cravatte, e grazie all’esperienza maturata sin da subito abbiamo guardato ai mercati esteri. Successivamente abbiamo prodotto camicie e in seguito abiti personalizzati, il mio primo amore, cercando di collocarci in una fascia di mercato medio-alta. Abbiamo aperto i nostri showroom a Valguarnera, Palermo, Catania, Siracusa, Milano, Bruxelles con l’intento di lasciare ai nostri clienti l’impronta della sartorialità. Abbiamo scelto di produrre i nostri capi personalizzati su misura proprio a Valguarnera Caropepe, a differenza di colleghi che hanno preferito delocalizzare all’estero, poiché questo è un territorio da sempre vocato all’industria tessile, dove vi è una grande esperienza nel settore. In questo modo abbiamo dato lavoro a circa 120 persone, tirandole fuori dal vincolo della politica, grazie alle loro capacità. Abbiamo l’obiettivo di dare una prospettiva ai giovani ed evitare che lascino la Sicilia per cercare lavoro altrove, essere d’esempio affinché si creino le condizioni per creare posti di lavoro nella nostra isola, governata da politici miopi che non comprendono quanto siano apprezzate le eccellenze siciliane all’estero».

Nonostante Salvatore Martorana viaggi in giro per il mondo ha le sue radici ben salde nella sua terra. «Ho dimostrato che si può fare impresa in Sicilia con tutte le problematiche che ci sono. Questa è la mia terra, sono nato qui e non voglio abbandonarla per nessun motivo. Con la mia famiglia ci siamo trovati d’accordo nel voler fare rimanere i miei nipoti in Sicilia. Abbiamo il dovere di sperare che questa terra cambi in meglio, che la politica comprenda il grande valore della Sicilia e delle sue eccellenze».

Dalla Maison Gregory partono capi di abbigliamento non solo raffinati ed eleganti, ma con quel quid in più dato dall’essere prodotti in Sicilia. «Su suggerimento di mia moglie è nato il marchio Salvatore Martorana poiché i mercati anglosassoni preferiscono il marchio italiano. Quando vendiamo un abito c’è la nostra italianità, il nostro modo di essere, l’espressione di un popolo, la bellezza che il Padre Eterno ci ha dato, il buon gusto. Chi acquista un nostro prodotto ritrova l’estro innato nel nostro DNA italiano che lo fa sembrare più bello, perché mettiamo un punto a traverso, una fodera o un bottone diversi. La diversità tra noi e il resto del mondo sta nel buon gusto».

In mezzo a non poche difficoltà Salvatore Martorana, insieme alla moglie Cettina e ai figli Nicola e Cecilia, oltre ad una squadra che è anche una famiglia, esporta eleganza e la raffinatezza della sartorialità Made in Sicily in tutto il mondo.

«Ognuno di noi svolge il proprio ruolo all’interno di un gioco di squadra permettendo di raggiungere i nostri obiettivi. Oltre ad essere presenti in Europa stiamo esplorando gli USA, dove abbiamo sempre esportato. La pandemia ha bloccato le nuove aperture negli Stati Uniti, di recente abbiamo riscontrato un grande interesse per i nostri prodotti perché i nostri clienti vogliono vestire italiano e stiamo aprendo all’interno di Bentley, Rolls-Royce, Lamborghini a Los Angeles, dove mi auguro di vestire i clienti di questi marchi, un altro progetto è in cantiere con la Ferrari».

I progetti di Salvatore Martorana, ambasciatore dell’artigianalità del Made in Sicily nel mondo, continuano all’insegna dell’eleganza e dell’unicità.

fiasconaro per dolce e gabbana

Fiasconaro firma le creazioni dolciarie per gli eventi di Alta Moda di Dolce&Gabbana

Fiasconaro firma le creazioni dolciarie per gli eventi di Alta Moda di Dolce&Gabbana: da Siracusa a Marzamemi, un trionfo di sapori per celebrare i simboli iconici della Sicilia nel mondo. L’Azienda di Castelbuono (PA) ha conquistato gli ospiti con proposte di Panettone e Street Food di dolci tipici della migliore tradizione siciliana, dalle cubaite ai cannoli, fino ai dolcetti di mandorla, al torrone, senza dimenticare la frutta martorana.

 

Eleganza, bellezza, esclusività: sono questi i tratti distintivi degli eventi speciali organizzati da Dolce&Gabbana durante la celebrazione dei primi 10 anni di Alta Moda e che hanno visto fra i protagonisti anche Fiasconaro, pluripremiata azienda dolciaria madonita, con le sue creazioni di alta gamma.  Profumo di agrumi e colori mediterranei hanno dato vita al perfetto connubio fra Alta Moda e Arte della Pasticceria, sullo sfondo di suggestive cornici paesaggistiche, impreziosite dagli inconfondibili allestimenti nello stile dei due stilisti. 

 

A fare da sfondo alle serate sono stati delle location eccezionali Siracusa e  Marzamemi

 

In una perfetta combinazione di artigianalità e genuinità, Fiasconaro ha reso omaggio alla Sicilia e alle sue produzioni, tutti ingredienti immancabili per i migliori dolci della tradizione mediterranea, coinvolgendo gli ospiti in un’esperienza di sapori, aromi e profumi. Protagonisti i panettoni con i loro abbinamenti che hanno esaltato e arricchito una selezione dei migliori dolci siciliani– dai cannoli alle cassatine, fino al gelato di campagna, torrone, dolcetti di mandorla e frutta secca caramellata

fiasconaro per dolce e gabbana

 

Sapori, profumi e alchimie della Sicilia sono la suggestiva cornice della storia e della tradizione dell’azienda dolciaria Fiasconaro, nata nel 1953 a Castelbuono, nel cuore del parco delle Madonie, in provincia di Palermo. Oggi l’azienda, giunta alla terza generazione di Pasticcieri è un’eccellenza del made in Italy, con un fatturato di oltre 32 milioni di euro, un organico di 180 lavoratori – fra stagionali e dipendenti, ed una presenza in 60 Paesi con una crescita del 20% su tutti i principali mercati: Italia, Canada, Francia, Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda e con un orizzonte strategico rivolto al mercato asiatico. Fiasconaro è totalmente made in Sicily e anche il suo indotto segue la territorialità. Il panettone e la colomba Fiasconaro rappresentano il core-business dell’azienda, ma è in continua crescita anche l’incidenza della linea di prodotti continuativi: torroncini, cubaite, creme da spalmare, mieli, marmellate, confetture e spumanti aromatici. I suoi dolci sono stati serviti sulle tavole di tre Papi, del Presidente della Repubblica cinese, dagli astronauti dello Shuttle, nelle corti regali di tutta Europa.

www.fiasconaro.com

Caltagirone Short FilmFest: tra gli appuntamenti più attesi la consegna a Nicole Grimaudo del Premio Città di Caltagirone

È atteso dal 16 al 19 luglio 2022 il Caltagirone Short FilmFest, il festival internazionale per cortometraggi e documentari che, alla sua prima edizione, promuove e sostiene la cultura cinematografica e dell’audiovisivo con particolare attenzione a quelle opere che raccontano la terra siciliana. 

 

Il festival ospiterà l’anteprima italiana del corto “El quinto vagón” di Antonia San Juan, regista, sceneggiatrice e attrice, già protagonista del film di Pedro Almodóvar “Tutto su mia madre” e candidata ai premi Goya e CINESPAS. 

 

Tra gli appuntamenti più attesi vi è la consegna del Premio Città di Caltagirone a Nicole Grimaudo, attrice siciliana e ambasciatrice dell’isola nel panorama cinematografico internazionale. Il Premio Città di Caltagirone è un riconoscimento che viene assegnato a quegli artisti di origine siciliana che hanno saputo, nel loro percorso umano e professionale, diffondere e promuovere i valori della propria terra.

Caltagirone Short Filmfest

Il festival, con le sue direttrici Angela Failla ed Eva Basteiro-Bertolí, inaugura le sezioni competitive Cortometraggi italiani e stranieri, Documentari italiani e stranieri e Cortometraggi di ambientazione o regia siciliana, quest’ultima destinata a a sottolineare il prezioso legame tra l’isola e la settima arte. Questa prima edizione, che ruota intorno al concetto di bellezza del territorio, dei luoghi e delle tradizioni siciliane, prevede quattro giornate ricche di eventi, proiezioni e incontri che si terranno nel centro storico di Caltagirone, sito riconosciuto Patrimonio Culturale dell’UNESCO nel 2002.

 

Il Caltagirone Short FilmFest è organizzato dal Comune di Caltagirone ed è dal medesimo patrocinato insieme alla Regione Sicilia; l’evento è realizzato con il supporto di Amaro Siciliano e di Volcano Gin.

 

Le opere possono essere iscritte fino al 20 giugno al bando di concorso attraverso la piattaforma Filmfreeway: https://filmfreeway.com/CaltagironeShortFilmFestival  

 

Tutti i dettagli e gli aggiornamenti sul sito ufficiale del Caltagirone Short FilmFest.

 

Fiasconaro

Fiasconaro fra i protagonisti del Summer Fancy Food Show di New York

Si è appena concluso a New York il Summer Fancy Food Show, la Fiera dell’alimentare del Nord America, che ha visto il ritorno dell’Italia con un ruolo di primissimo piano, in qualità di Country Partner. E fra le aziende protagoniste della kermesse si è distinta Fiasconaro, l’eccellenza dolciaria Made in Sicily sempre più apprezzata come ambasciatrice della pasticceria italiana di alta gamma nel mondo. Una vera consacrazione per l’azienda di Castelbuono, che ha presentato una golosa anteprima delle novità di punta per il Natale in arrivo, accogliendo al suo stand illustri personalità, quali: Antonio La Spina, Direttore Ice di New York; Mariangela Zappìa Caillaux, Ambasciatrice italiana negli Stati Uniti; Fabrizio Di Michele, Console Italiano a New York.

Fiasconaro

A conclusione della Fiera, nel corso di una cena esclusiva organizzata dall’Associazione dei Cavalieri O.M.R.I. del New Jersey, al Maestro Nicola è stata consegnata la prestigiosa “The Legion of Merit of Italy” da Monsignor Hilary FrancoNunzio Apostolico rappresentante permanente presso le Nazioni Unite, e da Fabrizio ParrulliGenerale C. A. dei Carabinieri rappresentante militare presso le Nazioni Unite a NY. Il riconoscimento gli è stato tributato per “il suo innato ingegno e la sua ormai celebre perseveranza, che saranno sempre una guida nel condiviso sogno di un domani migliore e cristallina ispirazione per chi vive all’estero”, come recitano le parole riportate sulla targa a firma del Presidente Giulio Picolli. 

Fiasconaro

“Questo è soprattutto un tributo alla storia imprenditoriale mia e dei miei fratelli, alla vocazione che ci ha sempre spinto, con dedizione e passione, a difendere i valori e la tradizione che rendono unica la favola Fiasconaro nel mondo”, ha commentato il Maestro Nicola subito dopo aver ritirato la targa. “E proprio questo palcoscenico internazionale ha consacrato la nostra azienda come portavoce del settore dolciario nel mondo, con il sostegno e la fiducia delle nostre principali Istituzioni, a partire dall’Ice. Un comparto da difendere con forza, nella sua autenticità e unicità”.

Nata nel 1953 a Castelbuono (PA), nel cuore del parco delle Madonie, oggi l’azienda Fiasconaro, giunta alla terza generazione di Pasticcieri, ha raggiunto un fatturato di oltre 32 milioni di euro ed una presenza in 60 Paesi con una crescita del 20% su tutti i principali mercati: Italia, Canada, Francia, Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda e con un orizzonte strategico rivolto al mercato asiatico.

Nuovo-cinema-paradiso

La storia del cinema in Sicilia

di Merelinda Staita

Abbiamo intervistato la professoressa Sarah Zappulla Muscarà, ordinaria di Letteratura Italiana, che si occupa di narrativa, teatro e cinema fra Otto e Novecento e di edizioni di testi e carteggi inediti, per conoscere le fasi e i segreti della storia del cinema in Sicilia.

Professoressa Sarah Zappulla Muscarà

Quando inizia la storia del cinema in Sicilia e qual è stata la sua evoluzione nel tempo?
«Il cinematografo giunge a Catania nel 1897, allorché un funzionario dei fratelli Lumière gira due documentari sulla Villa Bellini. Il periodo aureo della cinematografia catanese, durato poco meno di tre anni, si registra a ridosso della Prima Guerra Mondiale quando nella città etnea, più tardi proprio per questo fervore definita la “Hollywood sul Simeto”, sorgono numerose case di produzione che si collocano tra le più attive del settore: Etna Film, Katana Film, Sicula Film. Saranno le catastrofiche proporzioni del primo conflitto mondiale a mettere in forte crisi anche il settore cinematografico».

Nuovo-cinema-paradiso

Tantissimi i film che sono stati girati in Sicilia. Pellicole eccezionali che hanno influenzato la cultura di massa e acceso i riflettori sulle bellezze naturali di questa terra. Ci aiuti a scoprire i film e i luoghi che hanno suscitato grande interesse da parte dell’opinione pubblica.
«Scrive Gesualdo Bufalino: “Vi sono luoghi naturaliter cinematografici. I quali cioè invitano, quando non obbligano, la macchina da presa a cercarli, inseguirli, possederli… Un luogo simile è la Sicilia”. Molti sono, infatti, i film girati in Sicilia e/o ispirati a temi legati alla Sicilia e, soprattutto, alla sua grande letteratura (Capuana, Verga, Pirandello, Brancati, Patti e in tempi a noi più vicini Tomasi di Lampedusa, Sciascia). Ma se spesso il cinema ha colto della Sicilia gli stereotipi più vieti e ripetuti, non sono rare le volte in cui, come nota ancora Bufalino, “il talento, la coscienza, il solidale amore” per questa terra hanno prodotto film che sono rimasti indelebili nella memoria collettiva e nella storia della settima arte. Si pensi ai film di registi come Luchino Visconti (La terra trema, 1948; Il Gattopardo, 1963), Pietro Germi (In nome della legge, 1949; Il cammino della speranza, 1950; Divorzio all’italiana, 1962; Sedotta e abbandonata, 1964), Roberto Rossellini (Stromboli, Terra di Dio, 1949), Michelangelo Antonioni (L’avventura, 1960), Francesco Rosi (Salvatore Giuliano, 1962; Cadaveri eccellenti, 1976), Paolo e Vittorio Taviani (Un uomo da bruciare, 1962; Kaos, 1984), Damiano Damiani (Il giorno della civetta, 1968), Giuseppe Tornatore (Nuovo Cinema Paradiso, 1988). Né può essere trascurata la grande lezione di Verga, tutta la storia del cinema italiano è intrecciata, sia pure con alterna fortuna, al suo nome e alla sua opera. Numerosi i film tratti da Cavalleria rusticana, Storia di una capinera, La Lupa, L’amante di Gramigna, Caccia al lupo. Capolavoro del cinema muto è inoltre Sperduti nel buio di Nino Martoglio, del 1914, trafugato durante gli eventi bellici e mai più ritrovato. Verga e Martoglio, infatti, hanno segnato la generazione di cineasti formatasi alla scuola di Umberto Barbaro (altro siciliano), direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia, destinata a dar vita alla stagione d’oro del cinema italiano, il neorealismo».

Il gattopardo ballo

Malèna

Oggi la Sicilia è un grande set a cielo aperto: tra cinema e serie tv tutti vogliono girare in Sicilia. Negli ultimi mesi quali troupe e grandi attori hanno scelto borghi e città d’arte per ambientare le loro produzioni?
«La Sicilia continua, con grande vivacità, ad essere presente nella vita del cinema italiano. Lo testimonia la schiera di cineasti, anche giovani, attivi sui set siciliani. Mi piace, infine, ricordare due film, di cui uno attualmente in lavorazione, legati alla Sicilia e all’opera di un autore universalmente noto, Luigi Pirandello. Il recente Leonora addio di Paolo Taviani, premiato dalla critica a Berlino, che racconta la singolare vicenda delle ceneri pirandelliane e del loro avventuroso viaggio da Roma a Girgenti dove, secondo le volontà testamentarie dello scrittore, vennero murate in una rozza pietra modellata dallo scultore Mazzacurati e collocata sotto il grande pino che sorgeva al Caos nei pressi della casa natale. Pirandelliano anche l’altro film dal titolo La stranezza. Una commedia da fare, ambientato negli anni Venti, alla vigilia dei Sei personaggi in cerca d’autore, che il regista palermitano Roberto Andò sta girando tra Palermo, Agrigento, Erice, del cui cast fanno parte Toni Servillo, Donatella Finocchiaro, il duo Ficarra e Picone, anch’essi registi e attori di successo (con Leo Gullotta nel loro recente Incastrati). Molto ha fatto il cinema per valorizzare i luoghi della Sicilia legati soprattutto alle opere dei suoi scrittori. Si pensi alla Aci Trezza di Terra trema o alla Catania dei film tratti da Brancati (Il Bell’Antonio, Don Giovanni in Sicilia) o ancora alla lussureggiante campagna etnea dei film tratti da Patti, alla Sicilia de Il Gattopardo o a quella interna di Sciascia. Ma certamente a valorizzare il paesaggio siciliano è stata soprattutto la serie televisiva del Commissario Montalbano dai romanzi di Andrea Camilleri. Certo allo straordinario successo internazionale della serie hanno contribuito la singolare lingua inventata dallo scrittore, l’empatia degli interpreti, la gradevolezza delle storie, la gustosa cucina di Enzo e di Adelina, ma soprattutto la bellezza del paesaggio, col suo incontaminato barocco e splendido mare. Sulla scia del Commissario Montalbano si muove Màkari, la serie recentemente tratta dai romanzi di Gaetano Savatteri che mostra un’altra parte della Sicilia, finora poco nota al grande pubblico, quella occidentale. Certo il cinema e le serie Tv, se adeguatamente utilizzati, potranno contribuire a promuovere il turismo e valorizzare una terra che, se pur piena di contraddizioni e talora avvilita da forte degrado, è ricca di un patrimonio unico di tradizioni, costumi, storia, cultura, bellezza paesaggistica».

Aveva ragione il grande Leonardo Sciascia: “Il cinema si interessa della Sicilia perché la Sicilia è cinema”.