Il fascino senza tempo dei borghi delle Madonie

Articolo di Samuel Tasca Foto di Arianna Di Romano e Vincenzo Di Stefano

Quando l’estate cede il passo all’autunno, le coste iniziano a spogliarsi del loro fascino intriso di acque cristalline e spiagge memorabili. È quello che succede in molte isole, ma per fortuna la Sicilia, mamma amorevole, ha deciso tempo fa di non scontentare nessuno, mettendo a disposizione di tutti gli amanti della bellezza, una variegata offerta di luoghi incantevoli da visitare, spostandoci dal mare verso l’entroterra. È così che decidiamo di accompagnarvi in uno dei paesaggi più suggestivi della nostra isola, dove natura e opera umana si fondono insieme dando vita a uno scenario sospeso nel tempo. Si tratta delle Madonie, altopiani montuosi compresi all’interno dell’area palermitana che, partendo dalla costa tirrenica a Nord, si estendono verso i Nebrodi a Est, spingendosi fino al confine con il Libero Consorzio di Caltanissetta. Popolate da grandi boschi di ciliegi, frassini, querce e castagni, le Madonie accolgono nel loro scenario naturale i cosiddetti “borghi delle Madonie”, una serie di comuni dalla bellezza mozzafiato che si contraddistinguono per il fascino medievale e per i loro panorami.

Partendo quindi da Cefalù, iniziamo il nostro viaggio alla volta del Parco delle Madonie. La nostra prima tappa è Isnello, borgo di quasi millecinquecento abitanti. Qui ammiriamo subito i resti del Castello, eretto dai Bizantini nell’ottavo secolo e posto nella parte più alta della città. Da questo si sviluppò storicamente il borgo che oggi costituisce il comune di Isnello, una città nella quale alzando gli occhi è possibile ammirare la ripida parete della montagna Grotta Grande, che da sempre sorveglia attenta il suo piccolo borgo. È ancora presto, ma apprendiamo che con l’abbassamento delle temperature i tetti spioventi di Isnello si tingeranno di bianco, coperti dalla neve che è solita imbiancare la città creando un paesaggio che richiama i paesi montani del Nord.

Dopo esserci un po’ persi tra le stradine della città, decidiamo di continuare il nostro tour alla volta di Castelbuono. Buono di nome e di fatto, poiché il borgo dà i natali e ospita da generazioni l’azienda Fiasconaro, conosciuta in tutto il mondo per la bontà dei suoi panettoni. Ed è proprio risalendo verso l’ingresso della città che ammiriamo i grandi frassini dalla cui corteccia viene estratta la manna, dolcificante naturale utilizzato non solo nei panettoni, ma nell’intera gastronomia del territorio.


Entrati in città abbiamo subito la sensazione di essere piombati nel tredicesimo secolo, in pieno Medioevo, poiché ci ritroviamo nel cortile del Castello di Castelbuono, appartenuto alla famiglia dei Ventimiglia. Il castello, dalle sue torri, offre ai visitatori una stupenda veduta sulla città e su tutto il territorio circostante. Terminata la visita, varchiamo la porta ancora presente nelle antiche mura che cingevano il perimetro del castello e ci immettiamo nel corso principale della città. Qui si affacciano botteghe, ristoranti e negozi che animano il centro storico del borgo. Attirati dal buon profumo decidiamo, quindi, di concederci un pranzo caratteristico della cucina tipica locale fatta di funghi, arrosti, insaccati e dolci tipici. Sazi e soddisfatti facciamo due chiacchiere con la gente del luogo che ci informa della presenza di un grande festival dalla risonanza internazionale: l’Ypsigrock Festival, che ogni anno in estate attira migliaia di visitatori appassionati di musica indie-alternative rock.


Dopo aver soggiornato a Castelbuono partiamo alla volta di Gangi, proclamato Borgo più Bello d’Italia nel 2014. La città è degna del titolo conquistato e non delude le nostre aspettative: le sue stradine, le sue abitazioni in pietra ci ammaliano lasciandoci a bocca aperta. Si rimane incantati dalla pulizia e dalla bellezza di questa città, lo stesso incanto che qualche anno fa conquistò la fotografa sarda Arianna Di Romano, convincendola a trasferirsi qui. Tra una viuzza e l’altra veniamo rapiti dagli scorci di Sicilia che da qui s’intravedono: ampi panorami e distese, un vero e proprio balcone sulla nostra terra. Due le costruzioni che più spiccano nel centro storico: la Torre Ventimiglia e la Torre Saracena, a fianco alla quale si erge la Chiesa Matrice. Anche qui arte, architettura e natura si mescolano insieme per dar vita a un presepe a cielo aperto.

Il nostro tour volge al termine, bisogna rientrare, ma ci promettiamo di tornare poiché i tesori delle Madonie non sono finiti: restano da visitare altri borghi degni di nota quali Geraci Siculo, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina e altri ancora.
Il fascino di questa terra continua a sorprenderci cambiando ancora una volta i suoi connotati, quasi volendosi adattare allo scorrere delle stagioni, affascinando il turista e anche i suoi figli di Sicilia, intrappolandoli in un vortice di scoperte sensazionali che non ha mai fine, spingendoli di volta in volta a ritornare e a stupirsi ancora.

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