“Blocco 200. Anime Sospese”: la mostra fotografica che racconta il viaggio di Arianna Di Romano insieme ai detenuti del carcere di Caltagirone.

Di Samuel Tasca   Foto di Giacomo Alessandro

La fotografa Arianna Di Romano, durante la 36° Coppa degli Assi tenutasi al Centro Equestre del Mediterraneo di Ambelia dall’8 al 10 ottobre 2021, inaugura la sua mostra fotografica dal titolo “Blocco 200. Anime Sospese”.

Originaria della Sardegna, ma siciliana d’adozione dopo un vero e proprio colpo di fulmine avuto per la città di Gangi (PA), Arianna Di Romano nel suo percorso professionale ha saputo immortalare con i suoi scatti l’anima dei soggetti ritratti durante i suoi lunghi viaggi. Stavolta, però, il viaggio intrapreso dalla Di Romano assume una prospettiva inaspettatamente nuova che la porta ad assumere il ruolo di docente all’interno di un progetto sviluppato presso il Carcere di Caltagirone (CT).

 

«Ho fortemente desiderato raccontare la quotidianità all’interno di una struttura carceraria», leggiamo nella presentazione della mostra scritta dalla stessa Arianna Di Romano. «Credo abbia a che fare con lo stesso forte desiderio che mi spinge a rimanere accanto a coloro di cui si parla poco, o non si parla affatto».

Così, mossa da questa voglia di raccontare ciò che normalmente rimane nel silenzio, lo scorso giugno Arianna Di Romano intraprende questo percorso insieme a diciassette detenuti del carcere di Caltagirone. Il laboratorio, che prevedeva proprio l’apprendimento delle tecniche fotografiche grazie alla sapiente guida della docente, ha permesso ai partecipanti di riscoprirsi al tempo stesso attori e narratori di immagini della loro realtà quotidiana.


«Ogni sguardo, ogni espressione, ogni gesto, ogni segno sulla pelle diventa una narrazione della loro più intima essenza pronta a volar via per mostrarsi al mondo», spiega Arianna Di Romano che confessa non avrebbe mai immaginato che quell’esperienza potesse restituirgli così tanto in termini di valore umano. È stata proprio lei a mettere in mano ai suoi alunni le sue macchine fotografiche, tesoro geloso di ogni fotografo, spingendoli ad andare oltre la normale inquadratura di un soggetto, ma tirando fuori ciò che realmente vivono ogni giorno. All’interno della mostra, inaugurata dalla Principessa Caterina Grimaldi di Nixima, il visitatore rimane rapito dalle immagini, rigorosamente in bianco e nero come la maggior parte degli scatti della Di Romano, che non mettono in mostra dei soggetti, ma ne raccontano una storia inserita nel suo contesto. Vediamo mani, indumenti, tatuaggi, ma non vediamo la firma di alcun autore. «Non si svelerà la paternità del singolo scatto per nostra volontà, – chiarisce Arianna Di Romano – ogni singolo fotogramma si confonderà con l’altro facendosi portavoce di quello straordinario affiatamento nato durante il percorso».

Così “Blocco 200. Anime Sospese” diventa non soltanto un percorso di formazione artistica, ma un cammino in cui riscoprire relazioni tra esseri umani, nel quale riscoprirsi parte di un gruppo e parte di un racconto che può raggiungere chiunque, oltrepassando muri e sbarre e toccando corde dell’anima che vibrano in coloro che hanno la sensibilità di percepire che dietro ogni persona c’è sempre una storia che vale la pena di essere raccontata.

 

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